(1851-1931)
Non sembra dubbio che gli ultimi decenni del secolo scorso e i primi di questo secolo abbiano — in certa maniera — concluso un periodo dello sviluppo. della geodesia, che, pur ripetendo le sue origini lontane dai primi fondatori della geodesia moderna nel 17° e 18° secolo, traeva — sopra tutto — la sua im mediata ragione d'essere dall’opera di Gauss e di Bessel; il periodo in cui il problema della terra fu visto in maniera assolutamente predominante come problema geometrico, in cui si svilupparono le grandi triangolazioni e le osser vazioni astronomiche aventi a fine la determinazione del geoide ed intorno ad esse unvasto complesso di operazioni a fini cartografici, catastali e-lato sensu— ingegneristici.
L'Italia ebbe un posto molto onorevole in quel periodo della geodesia e tra coloro che ce l’hanno procurato, certamente è da annoverarsi tra i primi FEDERICO GUARDUCCI.
Egli nacque il ro novembre 1851 a Borgo S. Lorenzo in Provincia di Firen ze. Compìi suoi studi universitari a Pisa, sotto la guida di illustri maestri come il Betti, il Dini, il Felici, dal 1869 al 1873, anno in cui conseguì la laurea in matematica pura e, successivamente, il diploma di ingegnere. Nel 1876 egli fu assunto in qualità di aspirante ingegnere geografo dall’Istituto Topcgrafico Militare (poi Istituto Geografico Militare) che si andava allora formando, ed iniziò la sua fortunata carriera di geodeta. Morì a Bologna nel 1931.
FEDERICO GUARDUCCI fu uno dei più attivi operatori nel poderoso la voro di triangolazione di I ordine che l’Istituto in quell’epoca aveva iniziato a triangolo sulle Alpi, in Piemonte, in Lombardia, nel Veneto, nell'Emilia, in Toscana, nell’Umbria e nelle Marche ; nel 1885 prese parte alle stazioni astro-. nomiche di Termoli e di Milano che furono tra le prime eseguite in Italia a scopo geodetico in ordine al programma fin dai suoi primi anni di vita fissato dalla Commissione Geodetica, e attese in quell'epoca a delicate operazioni geodetiche per istallazioni telemetriche da costa.
Quando il Generale Annibale Ferrero assunse la direzione dell'Istituto Gcografico Militare, il Guarducci — di fatto — divenne la mente direttrice e orga
natrice delle attività geodetiche dell’Istituto stesso e tale rimase fino a che al l’Istituto appartenne e fu preposto prima ad un ufficio studi scientifici apposi tamente costituito (1896) e quindi, allo scioglimento di questo, alla divisione geodetica (1901). In tali uffici si può dire egli sistematizzasse i procedimenti operativi e metodi di calcolo dell'Istituto di cui ebbe cosìad organizzare la prassi.
Molteplice e vasta l’attività del Guarducci in questo periodo, che fu uno dei periodi di meggior splendore per l’Istituto Gecgrafico Militare, e associata a quella, cui pur fondamentalmente doveva attendere, della triangolazione.
Si devono a lui lo studio e la redazione delle più importanti istruzioni per 11 rilievo e il calcolo (e in genere delle norme di organamento tecnico) nelle operazioni del Catasto, che in quell'epoca si iniziava in attuazione della legge del 1886 e la cui Giunta superiore fu presieduta appunto dal Generale Ferrero. Partecipò fin dal 1891 alla vita della Associazione Internazionale di Geode sia e contribuì in larga misura alla redazione di quei rapporti sulle triangola zioni presentati dal Generale Ferrero che possono considerarsi ormai come classici. Nel 1893 fu incaricato delle funzioni di Segretario del Consiglio Supe riore dei Lavori gecdetici dello Stato e nel successivo anno fu nominato Vice Segretario e poi Segretario della Commissione Gecdetica Italiana al cui Con siglio di Presidenza appartenne per tutta la vita.
Diresse la prima campagna gravimetrica fatta dall’Istituto Gecgrafico Militare con i pendoli Sternek; le operazioni di differenza di longitudine Bolo gna-Firenze; i lavori geodetico-topcegrafici della Colonia Eritrea negli anni 1897-98; e infine preparò e diresse il collegamento geodetico delle isole maltesi alla Sicilia e della Sardegna al continente, legando così il suo nome a due tra le più importanti opere della gecdesia europea.
Con questi grardiosi lavori si concluse la carriera del Guarducci all’Isti tuto Geografico Militare perché nel 1903 egli assunse, in seguito a concorso, come professcre ordinario, la cattedra di geodesia teoretica dell’Università di Bologna. |
All’insegnamento universitario Egli non era nuovo perché nel 1899 aveva. conseguito la libera docenza presso l’Università di Torino e nell'anno acca demico 1899-1900 aveva tenuto per incarico l’insegnamento della Gecdesia a Pisa, e all’insegnamento egli si accinse con fattivo entusiasmo. Lo rendevano ad esso particolarmente adatto la sua nobile figura morale, il suo magnifico equilibrio, la bontà che traspariva da cgni suo atteggiamento, doti che ne facevano una personalità caratteristica, cara a quanti avevano la ventura di avere con lui consuetudine.
Nel 1907 Egli riuscì a costituire un Istituto di Geodesia dell’Università di Bolcgna fino ad allora inesistente, di cui cercò, durante tutto il tempo del suo insegnamento, di aumentare e migliorare l’attrezzatura didattica e scien tifica. L'attività scientifica di questo secordo pericdo della vita del Guarducci si svolse in maniera prevalente nel campo teorico; l’attività di operatore, tut tavia, non fu da lui completamente abbandonata, e compì una serie di determi
nazioni astronomiche speditive su vari vertici della rete trigonometrica e attese ‘alla revisione della meridiana di S. Petronio stabilita da Gian Domenico Cassini.
Nell'ambito teorico le ricerche del Guarducci hanno fondamentalmente vertito su alcune questioni di geodesia ellissoidica, su problemi di astronomia geodetica, su qualche questione inerente a procedimenti grafici o meccanici di soluzione di problemi analitici. Le memorie e le note relative a problemi di geometria ellissoidica si ispirano ad un primo lavoro del 1882 (« Sopra due problemi di trigonometria sferoidica ») in cui Egli si avvale di sviluppi de dotti da quelli di Legendre per una soluzione del problema inverso del traspor to delle coordinate divenuta poi di comune dominio, e assegnano utili ed ele g&anti processi di calcolo per la soluzione dei principali problemi di trigonome tria ellissoidica e per la determinazione dell’ellissoide locale, valida in conve niente regione dell’ellissotde.
Le memorie di astronomia geodetica, che molto risentono della sua vita vissuta di operatore legato a procedimenti rapidi e di precisione strettamente adeguata al fine proposto, si riferiscono in genere a determinazioni speditive di tempo, di latitudine e di azimut, effettuate con procedimenti eleganti ed acutamente impostati.
Qualità comune di questi lavori: un pensiero limpido, limpidamente espo sto, un continuo riferimento nella trattazione del problema teorico alla esi genza operativa nel rispetto evidente della norma cui Egli si era sempre atte nuto «primum vivere deinde philosophari »; una stretta aderenza dei proce dimenti al fine da raggiungere in una continua ricerca di semplicità e perciò di eleganza.
Come io accennavo al principio di queste note, Federico Guarducci è un tipico rappresentante della geodesia della sua epoca, un uomo della vecchia guardia, cultore dall’aspetto puramente geometrico del prcblema della terra: troppo sovraeminente era l'interesse scientifico e tecnico dei problemi specifici in cul tale aspetto si concretava e troppo vaghe le relazioni di esso con taluni aspetti fisici del problema della terra erano ai tempi in cui il Guarducci si formò, perché potesse affermarsi l'interesse di chi non fosse soltanto un teorico ai problemi che hanno occupato la successiva generazione di geodeti.
Questa nuova generazione, tuttavia, deve riconoscersi continuatrice di quella vecchia guardia, la cui opera rimane ancora a base di ogni attività geo detica per la mole e l’importanza dei risultati raccolti e per l’eredità preziosa che ha lasciato del più rigoroso abito all’indagine critica dei risultati di osser vazione, abito che a noi incombe l'obbligo di trasportare — e non è sempre forse agevole — nel più largo campo dell’attività operativa dei giorni d'oggi. È conveniente pertanto che ai giovani si illustri l’opera di quella schiera di uomini che - come FEDERICO GuARDUCCI — hanno dato lustro alla geodesia italiana nel periodo della sua più larga e sistematica attività.
Prof. PAoLO DORE