Nel campo topografice. - La fotogrammetria, come metodo di rilevamento topografico, è nata terrestre. Ottuagenaria continua in Italia ed altrove a vi vere e prosperare col compiacimento dei topografi. La sorella cadetta: « Foto grammetria aerea » è più vistosa perché lavora su estese superfici. Ma la foto grammetria terrestre resta insostituibile ed insostituita in molti casi di rileva mento topografico,
Nei rilevamenti alla scala 1: 25000 che esegue l’Istituto geografico Mili tare la fotogrammetria terrestre ha trovato e trova utile impiego nell’alta mon tagna in quanto essa permette di raggiungere una più fedele e minuta descri zione delle pareti rocciose, spesso inaccessibili. Essa venne essenzialmente sfrut tata negli anni in cui si sostituirono ai vecchi quadranti al 50000 dell’arco al pino le nuove tavolette al 25000. Questo periodo va dal 1930 al 1939, ilnumero di tavolette rilevato con la fotogrammetria terrestre fu allora di 48 (superficie circa 500.000 Ha). Ultimato l’arco alpino, i rilevamenti proseguirono su terre ni dove l’uso della Fotogrammetria terrestre non era più razionale e conve niente. L’I.G.M. diminuì nel dopo guerra l’impiego della fotogrammetria terre stre non per mancanza di fiducia nel procedimento, ma per considerazioni pra tiche contingenti, legate alla natura del terreno in corso di rilevamento. In ‘ questo periodo di minor impiego però fu ancora impiegata la fotogrammetria terrestre come mezzo per la determinazione delle coordinate spaziali dei punti di appoggio occorrenti all'orientamento di fotogrammi aerei, quando l’accesso sul terreno era difficile o impossibile a causa per esempio della esistenza di grandi campi minati lasciati dall’ultima guerra. Questo metodo misto fuim piegato per la zona di Isernia, i Colli del Volturno, Castel San Vincenzo e il F° 161 di Filignano. Anche in questo periodo la fotogrammetria terrestre fu usata da sola quando essa si dimostrava più adatta al rilievo: ne fanno fede le tavolette del Monte Bianco e La vachey rilevate nel 1947 e le 10 tavolette nelle zone Alto Cordevole, Piave e Meduna che sono del 1949.
In tutti i casi in cui la fotogrammetria terrestre permette di raggiungere migliori risultati cartografici rispetto all’aerea il nostro Istituto Geografico Mi litare non esita ad impiegarla. Esso ha in programma il miglioramento o il ri facimento delle tavolette dell’ Alto Adige e dello Alto Cadore, tavolette rilevate con i metodi ordinari topografici, tavolette per le quali la descrizione dei gruppi montuosi non risulta così fedele ed artistica come nelle altre tavolette montane più sopra ricordate. i
Come precisione e fedeltà della rappresentazione altimetrica in montagna la fotogrammetria terrestre non è oggi superata da nessun metodo di rileva
mento, Ce lo confermano i progettisti che hanno avuto fra le mani carte foto grammetriche terrestri e carte di altra fattura.
La fotogrammetria terrestre per gli scopi ingegneristici è largamente impiegata in Italia dalle due Società attrezzate per questo genere di lavoro. L’EIRA nel dopoguerra ha fatto i seguenti lavori a scale variabili dal 1 : 200 al 1: 5000: per la Società Adriatica di Elettricità: Longarone — Forno di Zoldo - Maè . . ....... scala 500/5000 ANArElSo LL LL » 200/2000 Caprile L00222 » 2000 Val Gallina LL... 200/4000 Vajont LL » 5000 Andreis (ampliamento)... » 200 Lago S. Croce. L20222 » 4000 Attraversamento Piave. LL... » I000 Bacino Ramaz a N. di Paularo . ......... » 500/2000 Bacino e diga Ambiesta (Landaia) . ........ » 500/2000 Paularo e Vinadia. LL. » 500/2000 btretta del Mis... » 200 Attraversamento Piave (ampliamento). . ...... » 1000 Impianti di Camolino LL... » 500/2000 Rilievo Canale gronda di Fedaia . ........ » 1000 per la Società Edison:
Pantano d’Avio LL. » 1000
Val di Lei LL. » 1000
Imp. Buthier (serbatoio e diga Oyace) . ...... è 1000/2000 per l'Ente Siciliano di Elettricità:
Ancipa — Salso — Platani — Spirini . . ...... scala 500/2000 per la Società Elettrica Sarda:
Impianti Taloro. . LL... » 500/5000
Rilievi Bau Muggeris . LL... » 500 per la Società Generale di Elettricità Siciliana:
III Salto sull’Alcantara . LL... » 500 | per la Società Montecatini:
Rilievi in Val di Livigno. LL... » 5000 per l'Ente Autonomo del Flumendosa:
Diga Mulargia L22244 » 200/500
Diga Flumendosa (N.ghe Arrubiu) e deviazione Villano va Tulo . LL... + + SCAla 500 Scavi diga Mulargia LL... » 200/500 28 diga Flumendosa . LL. » 500 ed i seguenti altri lavori; . per la Società Agricola Industriale per la Cellulosa
Italiana:
Rilievi in Val Cismon dee » 200/500/2000 per l'Ente Riforma Agraria in Sicilia: Stretta di Mazzarino e Vallelunga... ...... » 200 per il Municipio di Cagliari: Serbatoio per acquedotto eee » 1000 per la Società Trentina di Elettricità: Rilievo in Val d’Ultimo LL LL » 200 per la Società Ferromin: Ril. zona M. Picci (Miniera S. Leone) . ...... » 500 per la Società Medio Piave: Ril. Forra Stua LL » 200
L.I.R.T.A., che ha ripreso la sua attività nel 1949, negli ultimi anni ha rilevato: ” Lago Torbo - Alto Adige (Val Ridanna) ... . scala r:1000/500 Pian di Vedretta (Val Ridanna) . ....... » I:I1000/500 Pian D’Acclà — (Val Ridanna) . ...,..... » I:I000 Val Vajont (Piave) LL... » I:1I000 Val Gallina LL L02024 » I:1000/3000 Laghi Veneroccolo (Alta valle dell’Oglio) . . . . » 11000 Lago Aviolo (Alta valle dell’Oglio) . ...... » I:1000 Ghiacciaio del Frati (Adamello) |. ....... » 11000 Lago Nero (valle dell’Oglio) . . ...... 0...» 1:1000 Lago Ercavallo (valle dell’Oglio). . ....... ) 11000 Lago Moncenisio (valle di Susa) ........ » 15000/2000 A valle Lago Moncenisio |... ........ » I:5000/2000 Val Vajont (Piave) LL... » I1:1I000/200 Val di Stura (Stura di Demonte) . ....... » I:1000/500 Glagnò LL... IT 2000/500 Senaiga (Val Cismon) LL. » 1I:200 Lago di Cancano (Sondrio)... ....., +. » 1:1000 Somplago (Valle Tagliamento) . ........ » 1I1:500
Val Vajont eee + + SCala I: 5000/200 Ofanto — Vaccareccia (Puglie). ........ » I:2000 Caorame (Piave) LL » I:200/1000 Girole (Piave) LL 4 » I:1I1000 Bivai (Piave) LL. 000 I: 1000 Val Senales (Alto Adige, Bolzano)... 1... » T:2000/500 Val di Scalve (Bergamo) . LL... » I:500/200 Val di Stura (Stura di Demonte). ...... » I:500/1000/200 Val Bisagno — Val Sturla (Genova) . . ..... » I:2000/500 Fener (Piave) eee » I:1000 È certo che se alla terrestre non si fosse affiancata la aerea le applicazioni della fotogrammetria al campo topografico sarebbero restate limitate a zone e lavori particolari, ma è altrettanto certo che la aerea non ha distrutto la fotogrammetria terrestre.
Gli apparati fotogrammetrici sono, come è noto, di due gruppi, gli appa rati di presa e gli apparati di restituzione. Gli apparati di presa per fotogramme tria terrestre si chiamano: fototeodoliti o fototacheometri. Essi hanno nel corso degli ultimi anni subito notevoli miglioramenti e perfezionamenti sia per quan to riguarda l’ottica che per quanto si riferisce alla meccanica. Parte ottica es senziale è l’obbiettivo fotografico. I moderni fototeodoliti non meno delle ca mere aeree si avvantaggiano del continui progressi dell’ottica fotografica.
I perfezionamenti meccanici ai fototeodoliti tendono ad alleggerirli e renderli più maneggevoli ed economici. I fototeodoliti e i fototacheometri più moderni sono costituiti da una camera fotografica applicabile come accessorio del teodolite o del tacheometro.
Qui in Italia le Officine Galileo su disegni del Santoni hanno costruito il fototeodolite FTG 1 e il fototacheometro FTG 2 (fig. 1) i quali rappresentano la più moderna applicazione di questi particolari concetti. Ì La camera fotogrammetrica terrestre così come è oggi concepita permette rà uno sviluppo applicativo ulteriore della fotogrammetria terrestre. Ogni geometra che disponga infatti di un teodolite TG 1 o di un tacheometro TG 2 (costruzione Officine Galileo-Firenze), strumenti normali di lavoro, può com pletare il suo strumento con l’accessorio: « camera fotografica » e diventare un fotogrammetra terrestre. Il vantaggio di questa possibilità non è soltanto del geometra che acquista una nuova possibilità di lavoro, ma anche del progetti sta o del costruttore il quale avendo dal geometra di fiducia una carta plano altimetrica fotogrammetrica sarà sicuro che la carta non è geometricamente esatta soltanto nei punti dove il rilevatore ha tracciato le sezioni o battuto i punti quotati, ma in tutti i punti delle curve di livello.
Il modernizzare la presa è stato possibile perché si è andata evolvendo la tecnica della fotogrammetria terrestre. In questo la terrestre è debitrice dell’ae rea, All'origine si pensava che due fotografie terrestri potessero essere trasfor
mate in una carta plano-altimetrica utilizzando i dati di orientamento angolare e spaziale raccolti in campagna. Si notò subito che a causa di errori dicampagna al momento della raccolta dei dati e a causa di errori propri degli strumenti di restituzione la imposizione dei dati di orientamento, raccolti in campagna, serve soltanto a ripristinare sì l'orientamento dei fotogrammi ma l’orienta mento fino è conseguibile nella fotogrammetria terrestre, come nella aerea con trollando le coordinate di alcuni punti noti. Per cui molte delle operazioni di campagna, che nel passato rendevano estremamente laborioso l’impiego della fotogrammetria terrestre, molti degli accessori strumentali che nel passato ren devano pesante e ingombrante l’apparecchiatura di presa sono oggi aboliti. La tecnica fotogrammetrica terrestre basata sul controllo di punti noti ha nel confronti di quella basata sugli elementi direttamente misurati un vantaggio comune alle applicazioni aeree della fotogrammetria: individua, elimina o compensa tutte le cause intermedie di errore nella trasformazione della prole zione fotografica in proiezione cartografica.
Tutti gli strumenti di restituzione che si denominano « universali » sono oggi utilizzabili indifferentemente per la fotogrammetria aerea e la fotogram metria terrestre.
I moderni restitutori universali, che servono ad un tempo, per prese aeree e terrestri congiuntamente al moderni fototeodoliti e alla tecnica di orienta mento su punti noti, hanno permesso di eseguire i rilevamenti fotogrammetrici terrestri con prese comunque inclinate. Le prese inclinate hanno resi possibili o per lo meno più semplici alcuni dei lavori elencati all’inizio di questa nota perché hanno ridotto le difficoltà che sorgevano quando si dovevano sempre stabilire stazioni a quadro verticale o quasi su pareti non sempre accessibili e non sempre correttamente prospicenti la zona da rilevare.
Se alla conoscenza dei lavori fatti in Italia, ai miglioramenti e ai progressi della apparecchiatura e della tecnica si aggiungono i sensibili perfezionamenti apportati in questi ultimi anni, al materiale e alle attrezzature mobili di laboratorio fotografico credo che mi sarà consentito di dissentire dall’ Ing. Vitelli (Possibilità di impiego della fotogrammetria terrestre — Bollettino SI- FET - 1952/2) affermando: la fotogrammetria terrestre è ancor oggi largamente impiegata nel rillevo del terreno in tutti i casi nei quali questo metodo continua a conservare dei vantaggi rispetto ai metodi classici di rilievo: gli apparati di presa e di restituzione, le attrezzature ausiliarie o i materiali di uso, la tecnica esecutiva e i risultati pratici conseguiti hanno continuato a continuano ad evol versi avvalendosi, per quanto è a comune, ma anche procedendo per proprio conto, rispetto agli analoghi sviluppi della fotogrammetria aerea. La fotogram metria aerea e terrestre procedono ognuna per proprio conto o congiunte, la prima sempre più indirizzata verso i rilievi di grandi superfici a scale non mai superiori al I : 1000, la seconda utile per le grandissime scale (I : 100, r : 200) ma anche per le scale grandi e medie, ma vantaggiosa in queste ultime sola mente in particolari tipi di terreno.
tifiche, da laboratori di ricerche zoologiche e botaniche e che ora potrebbero avere anche altre applicazioni. Si realizzarono apparecchiature fotogramme triche per rilevamenti di traiettorie (utilizzate dai balipedi di Viareggio e di Furbara) e per il rilievo del mare (utilizzati dal Consorzio del Porto di Genova) studiate in modo da controllare e ripristinare esattamente l’orientamento di fotogrammi anche quando evidentemente non si poteva sfruttare come nelle apparecchiature per i vicini, basi tanto piccole da poter fare una macchina stereoscopica monoblocco.
A queste realizzazioni di una quindicina di anni fa seguono nel dopoguerra le nuove costruzioni di fototeodoliti da balipedio e il completamento delle attrezzature del porto di Napoli con una coppia di fototeodoliti per il rileva mento del moto ondoso. Su richiesta del Prof. Greco nell’anno 1951 la Società EIRA eseguì, utilizzando una coppia di fototeodoliti normali, ai quali fu ag giunto il dispositivo elettrico per lo scatto sincrono, un esperimento di rileva mento della superficie del mare. La carta della superficie fu fatta con lo Ste reocartografo Santoni Mod. IV. 1 risultati conseguiti hanno permesso di deci dere circa la convenienza di costruire l’apparecchiatura definitiva la quale è dotata oltre che dei dispositivi normali di un fototeodolite, anche di tutti gli organi necessari per riprese sincrone di coppie di fotografie che possono essere ripetute a intervalli successivi di pochi secondi.
Non si ritiene che per la restituzione occorrano apparecchi speciali come non ne sono occorsi per lo studio fotogrammetrico delle « deformazioni di struttura » eseguite impiegando strumenti restitutori meccanici (Stereocarto grafi) e fototeodoliti a focamento variabile non dissimile da quello servito al Politecnico di Milano per le riprese architettoniche.
Se alle realizzazioni passate e recenti, più sopra elencate, se alle ricerche sperimentali che hanno proceduto tali realizzazioni e che le società costrut trici o quelle rilevatrici hanno eseguito sotto la guida di illustri studiosi, si aggiungono i lavori compiuti ad esempio dall’IRTA di Milano per il sistemati co studio di ghiacciai, per il rilevamento parziale del Duomo di Milano e per il controllo di dighe, mi sia consentito nuovamente di dissentire dall’Ing. Vitelli affermando che Società di rilievo fotogrammetrico e Ditte costruttrici di appa rati, pur essendo commercialmente interessate nel lavoro derivante dal rile vamento aereo di grande mole, non hanno finora dimostrato di trascurare nè il miglioramento dei metodi di lavoro, nè il perfezionamento delle apparecchia ture, nè la realizzazione di tutte le possibili applicazioni extratopografiche della fotogrammetria terrestre.
D'altra parte avrebbero una ben meschina visione dei loro compiti e dei loro interessi se non fossero sempre aperte agli studi e alle ricerche. Esse formu lano l’augurio di veder sorgere sempre nuovi ricercatori e studiosi che servano loro di sprone e di guida per ulteriori progressi e realizzazioni e l'augurio an che di continuare e sviluppare quella collaborazione fattiva fra industria e istituti di ricerca che finora ha dato frutti così evidenti e lusinghieri.
L’Ing. Enrico Vitelli, al quale la nostra Redazione ha trasmesso per vi sione l’articolo dell’Ing. Giampiero Le Divelec, ci ha comunicato in proposito le seguenti considerazioni.
Sono lieto di constatare che il mio articolo « Possibilità di impiego delle fotogrammetria terrestre » (« Bollettino S.I.F.E.T. », n. 2, 1952) ne ha determi nato, subito dopo, un altro da parte dell’Ing. G. P. Le DiveLEC. Penso che sostalzialmente concordiamo in ciò che viene detto in entrambi gli articoli, anche se qua e là possa sembrare che affiori qualche divergenza. L'Autore, infatti, ha voluto, con ampio riporto di dati, dimostrare come anche oggi la fotogrammetria terrestre sia largamente impiegata ed a tal fine espone un ric co elenco dell'attività svolta in questo campo da parte delle Società E.I.R.A, ed ILR.T.A.
Non si può essere che lieti nel constatare tale fervore di lavoro. Tuttavia se fossero state indicate anche le superfici rilevate e paragonate a quelle rile vate dalle due stesse Società con il metodo della Fotogrammetria aerea, pen so che sarebbe stata confermata la mia affermazione circa la limitata esten stone del rilevamento fotogrammetrico terrestre rispetto a quello aereo. È da notare, inoltre, che moltissimi lavori elencati appartengono proprio a quelli da me citati, quali ancora residuo campo di attività della fotogramme tria terrestre e cioè: rilievi per sbarramenti idroelettrici, di ghiacciai, ecc.
Se sì pensa ail numerosissimi impianti in corso di costruzione per ritegno delle acque, sia a scopo irriguo che idroelettrico, e si fa il confronto fra il nu mero di quelli il cui comprensorio fu rilevato con il metodo della fotogramme tria terrestre e quello che fu rilevato con altri metodi non si può altro che con cludere che il primo metodo merita di essere ancora maggiormente esteso.
Mi è gradito prendere atto dell’apporto che, come riferisce l’Ing. LE DI- VELEC, è stato dato dalle Società di rilievo aerofotogrammetrico e dalle Ditte costruttrici di apparecchiature pet il miglioramento dei metodi e dei mezzi di lavoro nel campo della fotogrammetria terrestre; ed è da augurarsi che tale apporto possa verificarsi anche nel futuro, affiancando l’opera scientifica che potrà essere svolta nel campo fotogrammetrico dagli Istituti Universitari di Geodesia e Topografia. |
SEGNALAZIONE DI PUBBLICAZIONE Si ritiene opportuno segnalare che è stata pubblicata la nuova edizione dell’opera della Prof.ssa Margherita Piazzolla Beloch « Geo» metria descrittiva >, a cura dell’Istituto di Geometria dell’ Università di Ferrara, coi tipi dello Stabilimento Tipo-Litografico Ferri, Via delle Coppelle N. 16/A - Roma (Prezzo del Volume L. 2.500).