PREMESSA e
I diversi livelli di precisione cui deve rispondere un rilevamento, in fun zione della sua scala e dello scopo cui è destinato, ha dato luogo alla costru zione di restitutori di diversa precisione; quelli detti del primo ordine, neila realizzazione dei quali non si rinunzia a nessun elemento ottico e meccanico che ne limiti la precisione, oltre quanto può dare il procedimento fotogram metrico in tutto il suo complesso; quelli del secondo ordine, nei quali già si sacrifica a priori a una parte di tale precisione a vantaggio sia dell'economia — minor costo dello strumento e del suo esercizio, maggior rendimento in su perfici restituite — sia alla rapidità nell’esecuzione dei rilevamenti, della quale s1 valgono speciali esigenze. È scopo di questa memoria fissare l’attenzione sui restitutori aerofotogram metrici della precisione che può definirsi del ferzo ordine, nei quali si ha una ulteriore rinuncia, in fatto a precisione, già rispetto a quelli del secondo or dine, sempre a tutto vantaggio dell'economia e della rapidità d'esercizio; si tratta degli strumenti nei quali la detta rinuncia ha radice nella premessa posta alla loro concezione, cioè nella ‘potest che la presa aerea sia rigorosamente verticale. Un tale presupposto impronta naturalmente tali restitutori in forma decisiva, nella loro stessa realizzazione, nella quale sarebbe ovviamente inutile e illusorio oltrepassare certi limiti di precisione; in essi dovranno essere invece curate al massimo le qualità peculiari del loro ordine, ossia la semplicità e la prontezza d'impiego. |
Accade sovente che a tali strumenti del terzo ordine o si richiedano pre stazioni di ordine superiore alle loro effettive possibilità, o non venga data importanza, fino a non prenderli in considerazione; in specie presso quegli organismi presso i quali il fattore economico non viene sufficientemente rile vato. In realtà gli strumenti in questione soddisfano con il minimo costo alle esigenze dei loro appropriati impieghi, che sono i rilevamenti speditivi a pic cola scala, gli aggiornamenti delle carte, e la fotointerpretazione a qualsiasi scopo e il suo inquadramento geometrico. L’escluderli a priori nella prassi fo togrammetrica costituirebbe errore analogo a quello di non considerare la ta voletta pretoriana, per volgersi al tacheometro, o, peggio al teodolite, laddove essa è adatta al rilevamerito da eseguire; l'analogia con la tavoletta pretoriana vale anche nel senso che con restitutori del terzo ordine, per ottenere buoni
risultati, si richiede da parte dell'operatore una particolare capacità, affinata dall'esperienza.
Al fine di illustrare nella maniera più completa 1 restitutori, che abbiamo definito del terzo ordine, ne verrà esposta la teoria e saranno esaminati gli errori cui dà luogo la ipotesi che è alla base della loro concezione. Quale mo dello di restitutore di detto tipo sarà considerato lo Stereografometro Nistri mod. SGG 89/B prodotto dalla « Ottico Meccanica Italiana » fin dal 1936.
L’importanza del tipo di strumento può essere dedotta dal moltiplicarsi sempre crescente delle sue realizzazioni da parte di tuttele case costruttrici e dell’estendersi del suo impiego in specie in quei Paesi ancora sprovvisti di carte a grande denominatore.
SCHEMA GEOMETRICO DELLA RESTITUZIONE NELLO STEREOGRAFOMETRO NISTRI SGG 89 B FOTOGRAMMA NADIRALE E PROIEZIONE PLANIMETRICA,
Nell’impiego dei restitutori del terzo ordine si presuppone verificata la già menzionata 19otesi di prese aeree rigorosamente verticali ; ogni fotogramma è da considerare, del terreno fotografato, una proiezione centrale nadirale, os sia con il quadro orizzontale. Questa presenta, come è noto, una proprietà assai importante, che sta alla base della concezione degli strumenti in que stione, che consiste nella circostanza che ogni figura oggetto appartenente ad un piano orizzontale — e quindi ogni curva di livello del terreno — ha per immagine sul fotogramma una figura st12/e, con determinato rapporto di si miglianza, funzione della distanza fra i piani delle due figure e della distanza principale del fotogramma. . Sotto la cennata ipotesi possiamo quindi riguardare il fotogramma come un supporto che possiede la planimetria di ogni curva di livello ad una certa | — scala, considerata ognuna in sé, restando bene inteso però che il complesso di esse non costituisce la loro « planimetria », nel suo significato topografico, in quanto ogni curva di livello sul fotogramma: . I) è rappresentata ad una scala diversa che è funzione della sua quota; 2) pur essendo planimetrica in sé, ossia nella rappresentazione reciproca di tutti i suoi punti, non lo è rispetto alle altre.
La figura I (1) di facile interpretazione mette in evidenza i due singoli fatti ora esposti, al quali si possono ridurre le trasformazioni da indurre al foto (1) La figura è tratta dall’opera (7) citata in bibliografia.