L'AEROFOTOGRAFIA E LE RICERCHE ARCHEOLOGICHE * C. M. LERICI



I rilevamenti aerofotografici costituiscono la fase preliminare di ogni pro gramma di ricerche archeologiche, sia che'ci sì trovi di fronte ad una zona ar cheologicamente nota sia che essa sia invece ancora del tutto sconosciuta e inesplorata.

Nel caso di zone già note, il rilevamento aereo ha lo scopo di rilevare la eventuale esistenza di nuove tracce che permettano di intravedere un ulte riore sviluppo ed estensione del giacimento archeologico. È questo il caso più frequente che si verifica quando la ricerca venga effettuata in paesi di antica civiltà come quelli che si affacciano al bacino mediterraneo delle quali sono già note, per ogni lembo di territorio le vicende storiche e si conoscono quasi tutte le zone dove è stata già accertata la presenza di antichi resti di importanza archeologica. Nel caso di zone ancora inesplorate è ovvio che si deve presu mere da parte del ricercatore la conoscenza delle caratteristiche generali delle civiltà che vi si sono succedute e che possono dare origine a tracce rilevabili ancora oggi con le fotografie. Questi caratteri riguardano in particolare l’ubi cazione e l'orientamento degli insediamenti umani, la forma e il tipo di rag gruppamento delle abitazioni, il tipo e ubicazione delle sepolture, delle vie di comunicazione e degli appostamenti difensivi, ecc.

L'importanza che ha assunto il rilevamento aereo in questo campo richie de un cenno sui principi sui quali esso è fondato e una disamina di tutti i fat tori che contribuiscono alla sua riuscita.

Qualsiasi formazione archeologica può influenzare le caratteristiche della superficie del terreno, e tale influenza risulta tanto più evidente quando il ter reno che circonda la formazione sepolta è per sua natura abbastanza uniforme e omogeneo. Infatti dove vi sono strutture sepolte — come fondazioni, pavi menti, fossati, recinti, loculi o camere sepolcrali oppure frammenti di costru zioni, — il terreno soprastante offre alla vegetazione di superficie una profon dità di respiro minore o maggiore di quella della zona circostante eppertanto la vegetazione stessa ne risulta alimentata in modo diverso.

Esempio classico, è quello degli antichi fossati o trincee ancora sepolte, in corrispondenza delle quali la vegetazione sì sviluppa in modo sensibile, fa (*) Dalla Memoria di C. M. Lerici, «La Scienza al Servizio dell’ Archeologia », pubblicato nelia « Ricerca Scientifica », n. 4, 1956.




cilmente reperibile anche all’osservatore di superficie. Il caso più frequente è però quello opposto, quando si ha una minore intensità di sviluppo per la mi nore profondità del terreno sottostante alla vegetazione, Questa differenza può risultare visibile quando concorrano condizioni eccezionalmente favore voli e cioè la differenza rispetto alla rimanente vegetazione sia molto sensibile oppure quando, nella stagione avanzata sia evidente un ingiallimento precoce e nettamente differenziato nella zona meno alimentata.

In linea generale la discriminazione più netta è fornita dal diverso contenu to di clorofilla della vegetazione diversamente alimentata ed è questa differen za che si accentua specialmente dopo il primo stadio di sviluppo, che si può facilmente rilevare con fotografie aeree, specialmente se prese con uno scher mo adeguato e con emulsione particolarmente selettive che mettano nella maggiore evidenza l'intensità delle radiazioni dovute alla clorofilla della ve getazione. | ;

Un altro fattore, che è in stretta correlazione col precedente, è la varia zione del grado di umidità del terreno, causata dall’esistenza di formazioni archeologiche. È evidente che il terreno ad esse soprastante risulti più asciutto del rimanente con la sola eccezione di quello che ricopre antiche trincee, pozzi o fossati. L'umidità conferisce al terreno un tono di colorazione caratteristico, rilevabile dalle fotografie aeree specialmente se riprese quando è in atto il pro cesso di prosciugamento naturale dopo la pioggia. Gli stessi ricercatori clande stini delle zone archeologiche dell’Italia Centrale, dove abbondano antiche necropoli conoscono bene questo fenomeno e se ne valgono per identificare lelle tombe ancora da esplorare.

L'esame del terreno fatto con la luce radente delle prime ore del mattino del tramonto può rendere evidente la presenza di caratteristici detriti super ficiali, specialmente nelle antiche necropoli etrusche e romane. In esse le tom de di maggior importanza comprendono vere e proprie strutture architetto miche che hanno richiesto l’impiego di materiali da costruzione e di rivesti mento o copertura di qualità e colore diverso in confronto a quello del terre ro che ricopre la tomba sepolta. Ora è evidente che ogni costruzione di questa natura può avere lasciato una grande quantità di piccoli frammenti o detriti che frammisti al terreno soprastante si sono conservati fino ad oggi.

Il succedersi della vegetazione, l’azione degli agenti atmosferici e quella legli uomini, possono avere alterato e sensibilmente disperso questi detriti, --nza però distruggerli. Essi esistono tuttora ormai mimetizzati con lo stesso “srreno ma In parecchi casi possono ancora oggi risultare visibili ad una ripre sa fotografica dall'alto. specialmente quando concorrano circostanze di luce ‘articolarmente favorevoli. Questo fenomeno è visibile in alcune necropoli «ell'Italia Centrale. Talora anche all’osservatore di superficie come nella ne ‘ropoli etrusca di Colle Pantano, e più frequentemente quando i frammenti “parsi sul terreno offrono alla luce radente un riflesso nettamente discrimi nato, come nella necropoli orientalizzante di Fabriano.






Anche i detriti di calce e di materiali vari impiegati nelle costruzioni pos sono rivelare ancora oggi la ubicazione di antiche fondazioni: le fotografie aeree che permettono una visione di insieme non consentita dall’'osservatore superficiale, hanno rilevato l’esistenza di antiche costruzioni con la chiarezza di un disegno architettonico di fondazioni. Talora l’esistenza di pavimenti di mosaico sepolti a poca profondità, viene rivelata dal riflesso caratteristico di frammenti di tessere disseminate per effetto delle arature e tuttavia ancora ottimi testimoni per fotografie a luce radente.

I brevi cenni che abbiamo esposto possono fornire una idea adeguata della importanza che può assumere un rilevamento aereo per le ricerche archeolo giche. Il Prof. John Bradford del Pitt Rivers Museum dell’Università di Ox ford è stato tra i primissimi studiosi che hanno utilizzato l'esplorazione aerea per finalità archeologiche e dimostrato con una vasta documentazione le stra ordinarie possibilità offerte da questi rilevamenti. | A LBO D'ORO | L'Ente Nazionale per la Cellulosa e per la Carta, su proposta della Com missione Interministeriale per l'esame dei periodici di elevato valore cultu rale, ha concesso al Bollettino della S.1.F.E.T, un contributo di Lire Cento ventimila per l’anno |955. Sempre per il Bollettino, hanno inviato a tutto il 15 maggio c. a. oltre alla quota di abbonamento, i seguenti importi, i Soci: Prof. Bartolomeo Bonifacino . . . .... L. 2.000 Ing. Cataldo Moise . .......... » 800 Ing. Vincenzo Orsi... 0... » 2.000 Dott. Nicola Sigismondi . ........ » 2.000 ing. Licata Domenico... 0.0... » 2.000 Studio Tecnico Carra Leopoldo, Parma . . >» 30.000 La Direzione del Bollettino vivamente ringrazia.