LA FOTOGEOLOGIA Pror. JEAN GANDILLOT



Col cortese assenso dell'Autore e dell'Editore, ai quali porgiamo il nostro ringrazia -.2nto, siamo lieti di pubblicare il presente articolo del prof. J. Gandillot, titolare del ‘rso di fotogeologia presso la Facoltà di Scienze in Parigi.

Tale articolo è contenuto, nel suo testo originale, nella Rivista « La Nature », (fa -_icolo del giugno 1958), edizione Dupont, Rue Bonaparte, Paris 6.

LA DIREZIONE DEL BOLLETTINO S.I.F.E.T.

Praticando l'aviazione fino dal 1918, avevo già rilevato fin d'allora l’uni :«rmità ed i contrasti presentati dai paesaggi sorvolati.

Negli anni che intercorsero fra le due guerre, ho potuto utilizzare Ie mie «re di volo per analizzare le caratteristiche di varie regioni, avendo modo :osì di reperire fotografie d'interesse geologico.

Constatai così che alcune emulsioni fornivano dettagli che l’occhio non vedeva. Su questo punto ritornerò più appresso.

Ciò mi portò, automaticamente, ad effettuare studi sistematici sulle foto zrafie aeree delle regioni che avevo più volte sorvolato ed a costruire così, me diante tali fotografie, le carte geologiche in base alle differenze di colore e di morfologia del terreno.

Constatai allora che le fotografie nadirali meglio ancora di quelle oblique davano un prezioso apporto alle nostre varie attività scientifiche; ma che, per avere l'impressione del rilievo reale, bisognava che l'ombra prodotta da un dosso o da un avvallamento si trovasse, nella fotografia, tra detto dosso o avvallamento e l’osservatore, questo almeno nel nostro emisfero.

Si deve dunque guardare la direzione delle ombre proiettate per orientare esattamente le fotografie prese all’inizio o alla fine del giorno, o, più semplice mente, mettendo il nord verso l’osservatore. Nell’emisfero sud avverrà evi dentemente il contrario.

D'altra parte, per le nostre regioni, sorge una difficoltà perché se si vogliono raffrontare le fotografie aeree con le carte topografiche o geologiche, bisogna girare ugualmente queste ultime ed abituarsi a leggerle alla rovescia.

Riportiamo qualche esempio preso dalle diverse branche della geodina mica e che mostra quello che la fotogeologia può ricavare dallo studio di un cliché. |

La figura 1 si riferisce ad una zona dei Paesi de Bray nella regione nord




d’Auneuil (W-SW de Beauvais). Dall'alto in basso si vedono successivamentr i grandi campi della pianura, la zona boscosa con pendenza troppo notever per rendere possibile la coltivazione. Si noterà d’altra parte la ferrovia che +. interna nel tunnel nel risalto del versante. Poi in basso i terreni ancora per meabili del Cretaceo. Ma, non appena i terreni più antichi e di natura impermer bile affiorano verso il centro dell’anticlinale, immediatamente lo scacchiem dei campi fa posto al em PI sive / << VV n g lore più sostenuto dei prat $° LE Ae LA dei doschi. ji si SI d ie E) ;, SCI Si possono individuar I bili Pal POR. 2° @ sullato destro dell’anticl Y v_. 08 O Res e nale, ma fuori di questa fa mi? + bet “(49 79 dee a# a tografia, i terreni permea ed Ar; E > dl ue Dili del Cretaceo superiore. #1 >. w e Ì WE subito dopo i quali riap 4 re br N, i oe i Sb paiono i campi. e 0 AY Ar AD ! È. Tuttavia, la larghezza n CÀ A 3 9 LU 11 dell’affioramento è allor: a N a "= È È 7 : N «Ge > I ee rninore, sottolineando la E a e gi Ara ì dissimmetria delle ondula ne RD LS Fa RE zioni e la inclinazione pù 3 ea? a i 4 ®, È marcata degli strati da esî I nas tac dd “ Pao Ma adovest. 4 $ | MS, dI. La figura 2 rappresen ! a CR ee. 2°. ta unazona di foresta ver 4 ” o sia to. de ef: gine nella Nuova Guinea ni Ao | o o e Olandese. Non si vedone e a dep e ev ra che gli alberi, all’infuori dì i LE A | P è SID: un sottile filo chiaro che A o. Si O Ma @ rappresenta il letto di un ROSETTI. Pata torrente. Nonostante ciò, di M sono evidenti i contrasti FIG. I. della morfologia del ter reno sotto la vegetazione. . Andando da sinistra a destra, si vede dapprima una striscia di terreni compatti e pressoché piatti, che si prolungano dall’altro lato del torrente poi una zona rocciosa, notevolmente alterata dall’erosione ed il cui affiora mento termina con una punta verso il basso, una terza zona pure di natura resistente ed analoga alla prima; infine la metà destra del cliché è caratterizzata da alcuni rilievi e avvallamenti che richiamano le regioni calcaree e gassose dove regnano i processi di dissoluzione. Così, non-ostante che la foresta vergine dalla fitta vegetazione arborea non permetta di vedere il suolo, i caratteri morfologici sono abbastanza evi denti perché appaiono egualmente i limiti geologici.






La figura 3 è presa nella piana del Rodano, a est di Lione tra il fiume la spiaggia di Dombes, della quale si scorgono, nel basso della fotografia, i 1 rimi rilievi. - Il nostro sguardo è subito attirato da una mezza circonferenza scura. Se malizziamo con attenzione questa parte della fotografia, possiamo constatare: I) che i campi si estendono perpendicolarmente alla curva; 2) che muesti campi sono di un colore sostenuto in vicinanza della curva che non più ‘ontano; e allo stereoscopio moi vediamo che la zona SMS 2 niù scura è leggermente più Cite. e bassa delle regioni circo- 7 ala ra” i stanti. i a i a 2

Questa mezza circon- Co Sa ! îerenza è un antico mean- Ma îro del Rodano, avulso nel ad | | sorso della evoluzione del- a oe ‘alveo fluviale. La zona "a / è Ae boscosa corrisponde al let- ° ; to occupato un tempo dal | nume e la zona scura ma- SG "ASRNE terializza l'antico letto con i MA va: le sue brecce, zona che non & ?.£ % Sao ! sì può coltivare e che, la- ir + “ e pe to =A sciata incolta, si è coper- | È “i La e ta di arbusti. Infine, o 1 Ri rune COLA campi sono di un grigio FIG. 2. più intenso nelle vicinanze dell’antico letto, ciò si verifica perché la zona prossima ad esso è più umida e, di conseguenza, risulta più scura sulla fotografia come vedremo più ap presso.

Altri antichi meandri meno appariscenti appaiono (pur senza una così notevole differenza di colore) dalla disposizione a ventaglio del campi. Più vicino al fiume nell’alveo principale, è molto visibile un altro meandro in mezzo al terreno breccioso; meandro che è percorso dalle acque soltanto nelle piene di una certa importanza.

La figura 4 mostra l’antico corso del Grande Morin, asciutto dopo il di rottamento del detto fiume nella Marna, qualche chilometro a monte. Si di stinguono chiaramente la sponda concava, erosa e ripida, e quella convessa di formazione alluvionale e piatta. Il prolungamento che si vede a sinistra della fotografia separa il meandro asciutto del Grande Morin ed un altro meandro della Marna, la quale scorre sotto la macchia scura degli alberi sulle sue rive (bordo del cliché); di modo che se il dirottamento non avesse avuto luogo a monte, esso si sarebbe prodotto, prima o poi, per il distacco della striscia sotto la quale passano la ferrovia nell’Est ed il canale.






La visione nadirale è parimenti molto utile per lo studio delle regioni caniche; proprio per questo, dal 1950, io conduco i miei studenti della bona sulla zona vulcanica dell'Alvernia per raffrontare la configurazione dx singole formazioni (acide o basiche) ovvero dei complessi vulcanici.

Ma anche la fotografia ci permette tale studio, sia pure in modo me immediato che non il è e "_ "en volo diretto. adi n La figura 5 mostra, ae sud, la montagna di Dòr 4 Parent vulcano acido senza crate ASA en ed a nord il Pariou conis A En A io due coni chiusi, il primo è pu quali, cioè il più settentr pie AA nale, proprio nell’angolo « Wa: A a la fotografia, è stato sw ! P7 trato al tempo della form REY Ln zione del secondo. chie t 2° o Tra i due, dal nord do, è sud, ‘si vede la grande mas led * n del « Traversin » e sui f I fr cf chi nord del Poggio di Dé MOR a ! cn i il piccolo cratere del « Nu a Tai att. af a della Gallina », la configur CONAI 2% | e pen zione del quale è perfett Bi eri dn a i. mente conservata. Poco È i Preti rà I aL E tano da questi, ma fm anita PILRÙ ug — della fotografia, si vedone re ie e a > E È vile MR. 2.500 metri 1 crateri sventr Sucre "isi ti della Vacca e del Lasso! i collegati dalle loro cola congiunte a guisa di valle Fic. 3. | — già leggermente incavata. e il lago di Barrage d’Ayde

Più a sud si erge il complesso vulcanico del Monte Dore (Sancy, Ban d'Ordanche, Aiguiller) in cui si accumulano lave e deiezioni, che colma» il corso dei torrenti.

Tale complesso presenta, ancora ben conservate, le tracce della sua att vità vulcanica periferica, che ebbe luogo nell’ultimo periodo, con le manifest» zioni isolate di Tuiliére, Sanadoire, Tartaret, Lac Chambon, Lac Pavin e La Montecineyre. Due ore di sorvolo vi rallegrano gli occhi e vi sollevano lo spirit

Se ora indichiamo gli elementi che la fotografia aerea può fornire riguarè alla tettonica, avremo l’esempio dei clinali e anticlinali che offre interesse 7 1 ricercatori di giacimenti petroliferi.

Gli anticlinali, grazie alla curvatura degli affioramenti ed alla penden:




eli strati, permettono di ricostituire la forma delle pieghe e di localizzare ° sì le zone petrolifere. Ma i fenomeni tettonici di frattura sono facilmente scernibili altrettanto che le pieghe, cioè le fratture dalle quali spesso affiora petrolio. La figura 6 (nei terreni antichi sui quali è fondata la regione Largentière) i ermette di vedere un numero considerevole di piccole linee nere che sembrano tracciate con un tiralinee più o meno deteriorato; vi sono pure tracce di frat were nel vecchio basamento geologico. P_e4 pa pa n = a) ® (E Dual La È È n- n 7 di x E Î a IT FIG. 4. as Tali linee materializzano le direzioni delle faglie erciniche (armoricane te SE-NW e variscane SW-NE) e così pure le faglie alpine (NS). Nell’alto del ta fotogramma si vedono parecchi punti nei quali queste tre direzioni convergono d dando luogo a tipiche incrinature. t. Queste faglie sono visibili, nonostante la loro vetustà, giacché la milo le nite, derivando dallo sfregamento delle due falde l’una contro l’altra, ha smi lO nuzzato la roccia. Questa si è decomposta più rapidamente, sia perché l’acqua può circolare facilmente verso l’alto e verso il basso nella zona corrosa, ed I- anche per il fatto che la relativa superficie diviene sempre maggiore. - Invece la figura 7 fornisce un esempio recentissimo (18 maggio 1940) Cc di una frattura a forbice con componente orizzontale. . Si vede che da sinistra verso destra i solchi non sono più affacciati gli uni 0 agli altri, che le rive del fiume sono ugualmente abbassate e che le stesse T piantagioni fruttifere sono spostate; il tutto secondo una linea quasi parallela al bordo inferiore della fotografia e che corrisponde all’asse della frattura. a In glaciologia è ugualmente facile distinguere le differenti parti di un




ghiacciaio, come è comprovato dalla fotografia in figura 8, presa alla con fluenza del ghiacciaio di Lescheaux col Mare di Ghiaccio.

La zona a monte, dove le curve del ghiacciaio sono concave verso valle, 1 seracchi, la zona dove le curve sono convesse verso valle, le confluenze in cui le morene laterali divengono mediane ecc., tutti i particolari insomma risultano nettamente visibili e . facilmente analizzabili. ur... ° Pure in oceanografia, alme 3 SE NO ez no per l’oceanografia costiera, a Gros la fotografia aerea può rendere I "“R mot, vari servigi, ma bisogna essere e, - “RI. molto cauti, perché su ciascun e e e, "nea, fotogramma si potrebbe scrivere A % x un vero romanzo, essendo nu È ess merose le cause d'errore. Sort SR Perché la luce illumini suf i ddl da cr ficientemente 1 fondali occorrono N infatti acque limpide, calme e »Aarte a SARE poco profonde. PR Psi Se queste condizioni sono È Me ì realizzate, se non vi sono alghe a 025) Bs troppo invadenti, né correnti co | la stiere più o meno fangose, l'’in LI ; tensità del grigio aumenterà con fe ua Poe la profondità, cioè con la dimi 0 K a nuzione della luce. di Sulla fotografia in figura 9, a 4 presa sulla punta di Graye, si per e : vedono, dalla parte del mare, bo due o tre differenti tonalità di o grigio a seconda che si guardi Fie. 5. il cliché da sud o da nord. Que ste tonalità, d’altra parte, cor rispondono con le quote delle carte batimetriche della marina e sono paral lele alle isobare.

All’inizio di questo articolo, ho fatto presente l’influenza che ha l’umidità del suolo, dando luogo a macchie tanto più scure quanto maggiore è la per centuale d'acqua nel terreno.

Ho fatto delle prove in volo (25 aprile 1951) con diverse emulsioni e diversi schermi colorati, grazie alla cortesia dei colleghi del C.E.V. di Bretigny. Per il momento i migliori risultati sono stati ottenuti con la emulsione in frarossa, usando il filtro rosso di Wratten. Le prese sono state fatte nei Paesi de Bray perpendicolarmente all’asse tettonico.

Nelle fotografie 10 ed II la stessa zona di terreno è stata filmata contem




poraneamente con due camere caricate in modo diverso; l’una, quella di destra fig. 10) era munita di pellicola pancromatica con schermo rosso di Wratten n. 25; l’altra (fig. 11) con una pellicola infrarossa ed Riff $i Ve ne

I medesimo tipo di filtro. 9 e Ta pa A

Come si vede con que- ic. to: © i A ; pre Ti | st'ultima combinazione - le x DE i %; SIE eu kme Le chiazze dovute alla umidità O SI Pa I À; } } del suolo sono molto più evi- WB DAY tb pc denti che con la precedente. Si N ce NI e alfa 6, Pe %

Questi differenti esem- È» NT Li a | a TI è & ni, scelti nei vari nostri

REENSN®T NIFESL df Pe ih. E campi di attività, provano, 5° VE e li: | se è necessario, come la fo- Ri | ai Ly © cli tografia aerea possa aiutare bi ke Ii PO dle D, P il geologo per la rapidità | Pare” e? CASE Ro 3 e per la precisione, prima LI 9 di 84, e > i e dopo i suoi accertamenti WA bo ee € PIÙ sr” "n (0, sul terreno. » ai | % pat.

Da dieci anni io con-

B*SI 4018, AE © cludo il mio corso di foto- Fic. 6. geologia con queste frasi: «La fotografia aerea applicata alla geologia dovrebbe essere utilizzata dai geologi per due scopi. In primo luogo per analizzare su mosaici e montaggi 1 ei e Vo e

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Fic. 7. stereoscopici la regione che debbono prendere in esame sul terreno; con questo lavoro preliminare essi si formeranno subito una idea della sua struttura, po tranno così stabilire gli itinerari più interessanti da seguire e non correranno l’alea di passare vicino a punti importanti senza vederli.




$ È _M di È de sesti tieni = =" Ca È 5 L È F ; 1 n po x a } * 3 dec Sa ta fr da P à TIE a ii Td È n «ad © FIA mala a * *; $ ni po “ { “, o k Fo f. , ‘ ù Y Es si i i dea — A a i pe. e E è * i È di N to : e pix Li lug s 4 ì * Peng DI n ul ari è a ka “n È Pt lai stia 8 È. di re mes È re È 1 1 . 27% £ 4 sti f i le 2° E ù tei A VR NRE 22 Rie RA È. Mia i + bo. N 9 7 : i ad 4 a È LA 1 NT E 8 = e" "Va N ® È lata Le di P 4 Ù, ; 0 > ei i + reca »® a adi Pi SA tf 1 dl " si È s af p° Se } Sa È f © * 4 e RR PA. A x i È a 7 a Pe de ea: ca n ì a TA RI va o G tà Fi n È, a È . IP Vie È "a " w . » = i 1% Lu DR" È È dl DI dl à L . Lo sibile o 33 ì, iS Po Ù Li Hg Bent it » P x Lita Wi TR E, if Micia Fic. 8. È ; È i È mi " a "xe i aero A x x i n Ù "a z p* FI ì RR È a sp “SE 3 de , Be i +: e “" Vac gf i Pa” f È i. i ai l si hat da % Le st, £ «dei! P % Mi a fe $ #4 DI “ x | ob »* ta + (bee A CI a) —’ "ua" ta 1 54 : Ì TE è * = per È È È is i È |; ì _% we pa - 1 po & A 3 x Ma ce i È i heel A : pà . il Man f "di È i =" di I E do 4 4 fa i be dc ij i: ° Pag F j i it è Ri Pa | Polk. | È F Av Loi PrO si vi i > a E> to o : . to i; Se È & D, F RI x ko. = i ee. do A 5 " P: » DG Ò Rn Tae. . Ù Bi È : . È 3 "ag è; È - Dn Da { ) . 4 # i * a : TRA A "a. Fic. 09.






Poi, completate le perlustrazioni da terra, lo schema geologico dovrà ssere tracciato non soltanto in base agli appunti ed agli abbozzi, ma anche nirontando il rilievo con la fotografia aerea ».

Ma dopo tre anni, ho aggiunto ... «e in molti casi, sulle stesse foto rrafie aeree, prassi che attualmente è chiamata « fotogeologia ».

Un esperimento molto conclusivo è stato fatto, recentemente, dall’Isti tuto francese del Petrolio nell'’Hoggar, in una regione situata a sud della linea Tamanrasset Djanet e comprendente una superficie che corrisponde ad un ret » - » n = pei. Si 5 si", ; sti | Pa da ui. ; tr i p 4 l F i , “ 4 e n V| eri a ai Ce è 5° - al "RE | n oa N e RE + NO li To rt A RR FIG. 10. tangolo di circa 400 Km nella direzione est-ovest e di 330 Km dal nord al sud, cioè grosso modo, di 132.000 Kmq, pari ad un quarto della Francia.

I fotogeologhi dell’I.F.P., parecchi dei quali sono miei antichi allievi, hanno analizzato i 6.500 fotogrammi dei quali è stata effettuata la presa ed hanno costruito la carta fotogeologica direttamente in base ad essi (carte stra tigrafiche e tettoniche). Per questo scopo hanno tracciato, mediante analisi metodica delle coppie stereoscopiche, sia i limiti geologici del terreno discer nibili sui fotogrammi, in funzione dell’intensità del colore e delle differenze di morfologia, sia anche la pendenza degli strati, le loro faglie e tutti 1 contatti anormali.

Lo studio è stato fatto in più persone, ma, riferito ad un solo fotogeologo, ha rappresentato 14 mesi di lavoro, così ripartiti: 7 mesi di interpretazione fotogeologica, 5 mesi di verificazioni sul terreno, 2 mesi di riporto sulla carta dei contorni geologici e delle accidentalità tectoniche verificate sul terreno. È per me una gradita conferma di ciò che insegno da tanti anni nel corso




di Fotogeologia alla Facoltà di Scienze e, da 9 anni, nei voli che faccio con è miei alunni a bordo di un apparecchio da 40 posti, che gli studenti hanno chia mato «la classe volante» ed i Canadesi «l’insegnamento aerotrasportate della Sorbona ».

Infine sono divenuto archeologo « per caso » avendo trovato delle opere fortificate analizzando fotografie prese per fini geologici.

Sì tratta di una fortificazione che si trovava a circa 1 km da Igon a sud Pau, sulla collina, punto trigonometrico a 402 m. sd A I EA ; È a AE id aa < i 1 Ì i , tu * i “ & b< | Lal lid ta, i ve = - 24 de . Rasa ue; i Lan n° îà i Lt dl e a a .% i o : ata ei A i i 3 | a ra n con RC he FIG. II:

Ho segnalato la sua esistenza alla Società Preistorica di Francia al prin cipio del 1958, ma non ho ancora saputo se questa fortificazione era già nota o meno.

In Limonjin, a 7 km a NE di Saint-Yrieix-la Perche ho trovato ugual mente, cinque anni fa, una costruzione gallo-romana senza dubbio, che cinge la sommità della quota 4096 (ugualmente punto geodetico) nelle medesime con dizioni della precedente; quest’ultima non era ancora conosciuta.

I precedenti esempi, presi nei vari campi di attività comprovano, io penso, l'interesse che il geologo deve avere non solamente per preparare il pro prio lavoro sui fotogrammi prima di effettuare accertamenti sul terreno, ma anche per completarlo mediante gli stessi fotogrammi e per riportare sulla Carta 1 limiti dei vari terreni e delle accidentalità tettoniche.