IL CAMPO D'IMPIEGO DEGLI APPARECCHI DI RESTI. TUZIONE NON FONDATI SU UNA RICOSTITUZIONE RIGOROSA DEI FASCI PROSPETTICI

(Apparecchi di 3° ordine)

Dott. Ing. ERMENIGILDO SANTONI

Noi prendiamo in considerazione, a titolo di esempio, gli apparecchi di restituzione del tipo di quelli nei quali si utilizza per il tracciato planimetrico, uno del due fotogrammi formanti lo stereogramma, mentre il secondo foto gramma, in unione col primo, è riservato esclusivamente alla misura delle pa rallassi orizzontali (px). Queste ultime sono impiegate per la misurazione delle differenze di livello del terreno e per la correzione degli scarti di scala che, a causa di questi stessi dislivelli, vengono a prodursi su una o l'altra parte dell'immagine fotografica. Gli apparecchi di questo genere comportano d’al tra parte un dispositivo (pantografico o equivalente) destinato a permettere la realizzazione del disegno alla scala precedentemente fissata.

Se altri dispositivi supplementari non venissero a completarli, apparecchi siffatti non potrebbero assicurare una restituzione rigorosa altro che nell’i potesi di fotografie prese ad altitudine costante, e con gli assi della camera disposti secondo la verticale. In assenza di queste condizioni (vale a dire nella grande maggioranza dei casi) la restituzione si troverebbe affetta da errori plano-altimetrici notevolissimi. Per rimediare ad un tale inconveniente, i costruttori si sono preoccupati di dotare i loro apparecchi di dispositivi di correzione specialmente concepiti, dispositivi che, benché non possano assi curare una ricostituzione rigorosa del modello ottico, permettono tuttavia di contenere gli errori residui nei limiti sufficienti alla maggioranza delle appli cazioni pratiche con la sola condizione che le prese siano state effettuate con le normali precauzioni (senza per questo dover fare appello all'impiego di stabilizzatori).

I risultati di ricerche teoriche, particolarmente approfondite (!) confer mando ciò che precede, fanno risaltare ugualmente la possibilità di ottenere un miglioramento definitivo dei resultati, facendo ricorso sia all'impiego di camere stabilizzate giroscopicamente, sia al raddrizzamento preliminare dei fotogrammi.

Detto questo, noi esponiamo il nostro punto di vista sulle modalità ope rative da consigliare per i differenti casi che possono presentarsi in pratica.

Per quanto riguarda la scala della carta, va da sè che per le scale medie e sopratutto per le grandi scale, l’impiego dei dispositivi in oggetto deve essere (1) H. G. JERIE, Photogrammetria, XIII, 3-4.




mitato, di preferenza, ai lavori di messa a giorno di carte esistenti. In questa «stesi in effetti, l’aggiustamento locale della restituzione sulla carta esistente . prossimità dei nuovi dettagli da inserire, permette, pure senza raddrizza mento preliminare, di garantire l'attendibilità cartografica di questi nuovi .«ttagli. Ma è sopratutto nella restituzione destinata alla rappresentazione .artografica ex-novo a piccola scala che si trova il campo d'applicazione più mportante di questi apparecchi, come lo confermano abbondantemente i “amerosi lavori eseguiti.

Occorre tuttavia stabilire immediatamente una distinzione che dipende dal ‘arattere della rappresentazione cartografica che si intende realizzare che spes - è indipendente dalla scala. Si tratta cioè di una rappresentazione di carat :-re speditivo, od in ogni caso che comporta grandi tolleranze o di una rappre «ntazione regolamentare ? È sottinteso che la preparazione della rete dei punti :: appoggio per la restituzione sarà influenzata ugualmente dalla natura della ‘appresentazione cartografica che si intende realizzare. È così che nel caso di una carta speditiva, questa rete potrà essere limitata ad una traccia plani =etrica ottenuta per mezzo di triangolazione radiale (templet), mentre la zarte altimetrica potrà essere realizzata mediante misurazioni barometriche <«mpletate da eventuali controlli tratti da elementi naturali del terreno come zianure, laghi, fiumi, coste, ecc.

In questa prima ipotesi la restituzione può essere effettuata con l’aiuto è apparecchi del tipo descritto, utilizzando i fotogrammi non preventivamente taddrizzati ed eseguendo, con gli stessi apparecchi, delle piccole catene alti =triche fra i differenti punti misurati barometricamente. Una compensazione z-nerale, destinata sopratutto ad assicurare la continuità della rappresenta ze>ne della forma, può essere effettuata graficamente, per accordare meglio pos abile tutte le informazioni di cui si dispone. Non si deve essere indotti a sotto valutare, come si sarebbe portati a fare a prima vista, il prodotto così ottenuto.

L'esperienza raccolta nel corso dell’esecuzione di lavori importanti permet te d'affermare, che un tale tipo di rappresentazione può presentare una grande =tilità pratica, sia per una prima conoscenza del territorio che per consentire la programmazione di più precisi lavori cartografici, per le zone di maggiore 2ieresse, effettuabili con lo stesso materiale di presa.

Se sl tratta al contrario di ottenere una rappresentazione cartografica m-zolamentare, la rete di inquadramento della restituzione di dettaglio po tr-bbe essere effettuata sia unicamente per mezzo di aero-triangolazioni spa zali (plano-altimetriche), sia utilizzando le triangolazioni radiali (templet) zer la planimetria, completata da triangolazioni spaziali. In tal caso quest’ul *:me si limitano a fornire i valori altimetrici e questo per semplificare la com zensazione dei blocchi di strisciate, ed in quanto il templet, sufficiente per la zianimetria richiede pochissimi punti noti.

In ogni caso, quindi, al momento dell'impiego dei nostri apparecchi sem ziificati noi disponiamo generalmente di sei punti di controllo altimetrico




per stereogramma, forniti dall’aerotriangolazione spaziale, che permettono di utilizzare i dispositivi ausiliari per la correzione delle deformazioni del mo dello dovute al difetto di verticalità degli assi di presa. Comunque piccoli errori residui sono inevitabili.

A nostro avviso tuttavia non può essere la presenza di questi errori re sidui che costituisce l'inconveniente più grave.

Generalmente in effetti gli errori rimangono tollerabili. Ciò che è da te mere, piuttosto, dal punto di vista del rendimento economico, è il tempo da dedicare a queste correzioni, tempo che si rivela spesso superiore al tempo ri chiesto per il tracciamento delle poche linee planimetriche ed altimetriche che interessano lo stereogramma, data la scala richiesta.

Ciò che precede porta immediatamente ad una prima qualificazione dei differenti tipi di apparecchi da impiegare, basata su la più o meno grande com plessità delle operazioni necessarie alla loro regolazione. Ma in una organizza zione importante di rilevamento, occorre prendere in considerazione ugual mente l’apporto, non soltanto tecnico ma anche economico, che può rappre sentare un raddrizzamento preliminare dei fotogrammi.

I procedimenti da seguire per ottenere questi raddrizzamenti sono vari. Il procedimento più classico sarebbe quello di utilizzare i punti forniti dalla triangolazione radiale. Occorre osservare tuttavia che un tale procedimento non potrebbe essere applicato che in terreni piani e che, per questi tipi di ter reno, i fotogrammi raddrizzati permetterebbero senz'altro di comporre una fotoplanimetria che renderebbe superflua una restituzione stereoscopica ulte riore. Comunque il tempo necessario per procedere al raddrizzamento classico di ciascun fotogramma, sarebbe tale che nessun miglioramento di rendimento economico potrebbe essere praticamente con ciò ottenuto.

Un secondo procedimento, preferibile a nostro avviso, sarebbe quello al quale noi daremo il nome di « raddrizzamento diretto ». Per eseguire questo raddrizzamento occorre utilizzare un apparecchio speciale, che permetta la proiezione del fotogramma nel rapporto 1/1, conservando gli elementi d’orien tamento interno della camera di presa (eccezion fatta per l'inclinazione auto matica nell’obiettivo per conservare le condizioni di « Scheimpflug ») e che sia suscettibile di segnare la posizione del nadir su la foto raddrizzata. Sarà di conseguenza possibile introdurre direttamente nella camera di proiezione gli angoli (è) (9) tratti dalla aerotriangolazione. Qualora, ad esempio per l’uso di fotogrammi supergrandangolari la lunghezza focale originale non possa essere rispettata nel proiettore, e debba ad esempio essere raddoppiata, il rapporto fra 1 valori d’origine (@) (0) e i valori corrispondenti (w’) (9) da imporre sul proiettore rimarrebbe molto semplice (2). (2) Cfr. Manual of Photogrammetry. American Society of Photogrammetry 2nd edit. O. 469.






Eventualmente l'apparecchio potrebbe essere munito di adatti mezzi per ottenere una piccola variazione d’ingrandimento che permetta di tener conto delle variazioni b,, tratte dalla stessa aerotriangolazione o da elementi stato SCOPICI.

Un terzo metodo atto ad ottenere i valori (w) (@) necessari al raddrizza mento, senza che sia necessario effettuare l’aerotriangolazione spaziale, po trebbe essere usato, a condizione tuttavia che si faccia ricorso al periscopio solare. Infatti, ad esempio il K dedotto del «templet» consentirebbe il calcolo di w e %.

Occorre non perdere di vista che qualunque sia il modo con cui i valori (1) e (9) saranno stati ottenuti, l'operazione di «raddrizzamento diretto » può effettuarsi in un tempo sensibilmente uguale al tempo necessario per una sem plice tiratura fotografica per contatto. Inoltre nel caso di fotogrammi eseguiti con obbiettivi a forte distorsione, la correzione di questi ultimi può avvenire nel corso del raddrizzamento.

Con fotogrammi raddrizzati, la regolazione dell’apparecchio di restitu zione del 3° ordine è rapidissima, poichè gli errori residui, o sono senz'altro tollerabili o la loro correzione sarebbe immediata. Inoltre la restituzione di prese supergrandangolari sarebbe facilitata. In definitiva il rendimento tecnico ed economico del rilievo ne sarebbe grandemente avvantaggiato.

L’Autore sta procedendo con lo Stereomicrometro cartografico Galileo Santoni ad esperimenti di restituzione con fotogrammi raddrizzati usando a. tal fine i due ultimi metodi proposti.

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