IL GEOMETRA TOPOGRAFO NEL MEC

Geometra OpoarDo FANTINI Presidente della Federazione Italiana Geometri

Nella mia comunicazione è necessario mi riallacci alla relazione. che feci nel VI Convegno della SIFET a Bari nel 1958, che rimane ancora uno dei documenti più analitici sulla preparazione del geometra-topografo a carattere europeo, che nelle sue conclusioni resta tuttora attuale, poiché da allora ad oggi la situazione scolastica non ha subîfto variazioni.

Se variazioni ci sono state riguardano l’espansione dell’istruzione tecnica supe riore, con la conseguente istituzione di nuovi Istituti. Infatti si è avuto un incre mento impensato negli Istituti per Geometri, poiché si contano oggi 175 di tali Istituti; si è avuto cioè in tre anni dal 1958 al 1961 un aumento del 73% nei riguardi delle istituzioni esistenti prima del piazo decennale.

Sorvolo sulla distribuzione degli Istituti per regioni, facendo solamente notare che il ritmo degli incrementi è stato più veloce nell’Italia meridionale e insulare, capovolgendo la percentuale di densità degli Istituti per Geometri fra Nord e Sud a vantaggio del Meridione.

Dalle notizie accennate desunte da uno studio del Prof. Alberto Carpiceci com parso sui « Quaderni del Centro Studi per l’Edilizia Scolastica » si possono intra vedere tutti i gravissimi problemi posti da questa rapida espansione degli Istituti per Geometri, da cui escono ogni anno molte migliaia di diplomati. I problemi come si può intendere riguardano soprattutto l’insegnamento e la formazione di un clima tecnico-scolastico che molto dipende dai presidi. Per normalizzare una situazione di cosî rapido sviluppo occorrono degli anni e i docenti ne sono i testimoni più attendibili.

Ma il problema centrale sul quale dobbiamo porre la nostra attenzione è la formazione del geometra-topografo. Bisogna ripetere con la massima sincerità che i nostri Istituti non formano completamente questo tecnico, poiché o la vetustà dei programmi, oppure la teoria non secondata dalla pratica, rende sterile l’inse gnamento stesso.

Per concludere, la nostra scuola non è ancora pienamente è la page per formare il geometra-topografo, non lo rende dopo i corsi produttivo, ossia tale da essere prontamente assorbito dagli ambienti di lavoro.

Il geometra-topografo nel MEC vuol essere però l’argomento di questa comu nicazione e pet questo bisogna riferirsi al Trattato di Roma (art. 52, 53, 54, 55 e 59) che prevede la libertà di movimento e di attività professionale nei sei paesi della Comunità Economica Europea per coloro che esercitano la professione di geometra (nella dizione francese e belga: géomètre expert immobilier).

E stabilito che le restrizioni a una libera circolazione dei geometri nella pie nezza dei loro diritti, avranno termine alla fine del 1965. A partire quindi dal 1° gennaio 1966, se il termine satà rispettato, i geometri potranno stabilirsi in




ognuno dei sei paesi della Comunità ed esercitare con le condizioni previste dal trattato.

Lo scoglio per noi italiani rimane l’equipollenza del diploma di cui finora nessun organo ministeriale si è occupato e preoccupato nonostante le numerose segnalazioni fatte pervenire al riguardo.

Il problema non è quindi posto nel solo quadro di una categoria, ma investe il decoro ed il prestigio della nostra scuola di tutti i livelli se non si saprà adeguare l'insegnamento per dare al diploma l’equipollenza necessaria per mettere sullo stesso piano il geometra italiano con quello degli altri cinque Paesi della Comunità Europea. E l'equivalenza del titolo è anche molto importante e indispensabile per una piena attività professionale negli altri Paesi esteri.

Scendendo al concreto, per adeguare il nostro insegnamento, secondo quanto ha stabilito l’apposita commissione della Federazione Internazionale Geometri, è necessario che la preparazione scolastica, dopo il biennio propedeutico, si aggiri sulle 2700/3000 ore di lezioni. Deve poi essere migliorato nei nostri Istituti l'insegnamento della matematica equiparandolo a quello dei licei scientifici, toglien do alcune ore alle materie culturali. Si deve poi introdurre la teoria degli errori che oramai è in tutti gli insegnamenti nelle scuole che formano i topografi. Deve inoltre aggiungersi un periodo di esercitazioni di campagna possibilmente con corsi estivi.

Nell’equivalenza dei diplomi (sempre riferendosi alla parte normativa del Trat tato di Roma), un nuovo criterio è emerso nella loro classificazione. È apparso che le discipline professionali esigono oggi oltre a giudizi strettamente scolastici, un perfezionamento permanente e pertanto nell’equivalenza verrà pure tenuto conto essenzialmente dell'impegno globale del diplomato per la sua formazione teorica e pratica. Circa la specializzazione, se nella formazione di un diplomato che voglia trasferirsi in uno Stato membro, ci fossero delle lacune, dovranno essere colmate da un periodo di pratica e da una prova finale di merito.

Infine un accenno sugli scambi di diplomati o di studenti, fra Nazioni e Nazioni, pet pratica ed esercitazioni. In Italia non siamo ancora arrivati non solo ad attuare questi scambi, già molto sviluppati all’estero, ma nemmeno a porli in esame.

La pratica, sempre in forma scolastica, dovrebbe essere parte essenziale della preparazione tecnica media ed universitaria dei topografi. Ad es. in Germania, prima dell’inizio degli studi universitari di geodesia, è richiesta una pratica di sei mesi da effettuarsi negli uffici di rilevamento dei Lander. Le esercitazioni pratiche sono quindi un’indispensabile appendice dell’insegnamento teorico, fatte però con me todo e con tempo adeguato.

Per tale ragione la FIG, anche per una giovevole conoscenza e collaborazione fra tecnici di Paesi e Continenti diversi, si è occupata di promuovere uno scambio di studenti e diplomati che frequentino corsi di perfezionamento teorici e pratici, istituiti nei Paesi ospitanti. È da tener presente che a questa iniziativa si unisce un problema finanziario per sovvenzionare completamente lo studente o il diplomato che si reca all’estero per il suo perfezionamento.

Uno studio sull’apprendistato professionale e sugli scambi di praticanti del




| 39 Dr. Ing. Rudolf Schmidt è comparso sulla rivista « Zeitschrift fùr Vermessungwe sen » dei Geometri tedeschi, dal quale è possibile avere un quadro generale di que sta attività per molti Paesi.

L’iniziativa della FIG è in stretta collaborazione con l’International Association for the Exchange of Students for Technical Experience (IAESTE).

Nel numero di febbraio dell’accennata rivista tedesca sono pubblicate le risposte ad un questionario della IAESTE che meritano di essere conosciute perché orien tano sopra questa nuova forma di apprendistato professionale fatto in Paesi diversi dal proprio.

Per concludere, a mio avviso, il problema della prepatazione tecnica del geo metra-topografo che possa avere un titolo equipollente nel MEC, dovrebbe essere impostato come segue: 1° - aggiornamento dell’insegnamento della topografia, aggiungendo ai testi la teo ria degli errori ed introducendo negli Istituti per geometri il programma di matematica dei licei scientifici diminuendo le ore delle materie di cultura generale; 2° - completare i corsi esistenti con un breve periodo di specializzazione, possibil mente di due semestri; 3° - istituire delle campagne estive di esercitazioni da effettuare in centri regionali.

Mi auguro che la riforma della scuola, che mi dicono sia imminente, tenga conto di questi suggerimenti che sono frutto di conoscenza e soprattutto di esperienza non solo della vita professionale tecnica del nostro Paese, ma anche di quella degli altri Paesi europei, che un moto storico inarrestabile sta spingendo verso una in tegrazione economica e sociale e forse anche politica.