Dott. Ing. SERGIO BALDRATTI 1. - In altra sede lo scrivente ha cercato di dimostrare come « ... la produzione topo-cartografica di un Ente produttore di cartografia debba essere considerata alla stregua di una qualunque produzione industriale ». Ritenuta per valida e di mostrata tale affermazione, la presente nota si prefigge di applicare i concetti in essa impliciti all'esame critico di una completa produzione cartografica nazionale nel suo complesso, in una ipotesi ambientale del tutto generale. 2. - Una cartografia nazionale, nel suo complesso, deve tendere al soddisfaci mento delle esigenze di due diversi tipi di utenze: a) - Utenze private (professionisti, tecnici, turisti, ecc.) b) - Utenze di Stato (forze armate, organi giurisdizionali e amministrativi, ecc.)
Le peculiari condizioni che differenziano i gruppi di carte destinate all’uno n all’altro tipo di utenza, e, per ogni gruppo, una carta dall’altra, possono a loro volta essere distinte in due categorie:
I - Caratteristiche di scala
II - Caratteristiche di edizione. 3. - Nell’esaminare le suddette caratteristiche si deve necessariamente premet tere che si intende ogni carta come estesa a tutto il territorio nazionale. Tale con cetto è assoluto per quanto riguarda le carte del gruppo a), che, nel loro insieme, chiameremo cartografia civile, non dovendosi, per ovvie ragioni di etica sociale, fare discriminazioni fra regioni di maggiore o minore sviluppo o peso economico nei riguardi dell’obbligo di fornite ad ogni avente interesse un documento carto grafico di ugual rendimento; eventuali deroghe a tale concetto vanno intese come tendenti alla compilazione di altre carte, che rientrano nel novero delle « carte speciali » conseguenti a particolari necessità, e che debbono però sovrapporsi, e non mai sostituirsi, alla cartografia ordinaria.
Il concetto è invece relativo per quanto riguarda le carte del gruppo b), che chiameremo, nel loro insieme, cartografia di Stato, le cui zone di estensione sono conseguenti a particolari necessità ed imposte da considerazioni che non possono essere esaminate in questa sede. Per inquadrare il problema della cartografia di Stato nel complesso della cartografia nazionale senza derogare dalle idee generali già esposte, basterà considerarla come una « Cartografia su commessa », sia pure
« sui generis », e cioè particolarmente importante e pesante sia per caratteristiche di volume che di impegno, ma pur sempre innestata, e, per cosî dire, « derivata » dalla cartografia civile ordinaria che, per le sue caratteristiche, costituisce l’ossatura di una completa produzione cartografica nazionale. 4. - Pertanto, per limitare l’area di esposizione di queste considerazioni ai più generali argomenti, ci occuperemo nella presente nota della sola cartografia ci vile, con l’intesa che, avuto riguardo alla estensione totale di tale cartografia per ciascuna delle caratteristiche sintetizzate nel paragrafo 2, la cartografia di Stato deve intendersi come una rielaborazione della cartografia civile, in vista di ben de terminati scopi, e che eventuali deroghe a tali concetti danno luogo a carte spe ciali da trattarsi separatamente e secondo altri punti di vista. 5. - Dovremo perciò concludere che una cartografia civile nazionale deve in tendersi come composta da pit carte, ognuna estesa a tutto il territorio nazionale, e differenziate secondo caratteristiche di scala e di edizione, ogni altra cartografia essendo da essa derivata, salvo eventuali carte speciali da definirsi caso per caso. 6. - È ovvio cosa si debba intendere per « caratteristiche di scala ». Si avran no cioè carte al 25.000, al 50.000, al 100.000 ecc., nelle quali la differenza di de nominatore compotta, per ogni carta, una maggiore o minore zona obiettiva di i terreno rappresentato e conseguentemente, a parità di ampiezza soggettiva del sin golo elemento cartografico, una minore o maggiore densità di particolari topogra fici rappresentati. Intenderemo, inoltre, per « caratteristiche di edizione » quelle. peculiarità di ogni carta che la rendono idonea a particolati fini; avremo cioè carte topografiche pure, carte stradali, catte geologiche, carte a rilievo ecc., e, per ognuna di tali categorie, carte in bianco e nero, oppure a colori, a tinte ipsometri che, ad orografia a curve di livello oppure a curve di livello e sfumo, ecc. 7. - Ai fini delle modalità di compilazione una cartografia civile nazionale può, in un’altra classificazione, essere suddivisa in: a) - carte rilevate; b) - carte derivate.
Intenderemo per carte rilevate quelle carte che sono compilate a seguito di ri lievo obiettivo del terreno rappresentato, non importa con quale metodo di ri lievo; intenderemo per carte derivate quelle carte che sono compilate a seguito di rielaborazione di carte rilevate, e ciò esclusivamente mediante operazioni di tecnica fotografica e di disegno, prescindendo da rilievi in qualunque modo collegati al terreno. 8. - È necessario, per meglio chiarire le definizioni suddette, tenere presente che l’appellativo di « carta rilevata » può, a tutto rigore, essere concesso solamente a carte costruite col metodo del « rilievo diretto » a mezzo di tavoletta pretoriana. Solo con tale metodo, infatti, nasce per mano del rilevatore di campagna, e su suo giudizio soggettivo, una carta completa, su cui unicamente le capacità soggettive del rilevatore confluiscono nel rilievo obiettivo del terreno.
Poiché, d’altronde, tale metodo di rilievo è oggi del tutto superato e soppian: tato dal metodo aerofotogrammetrico, salvo casi particolari che costituiscono rate eccezioni imposte da particolari circostanze, si dovrebbe giungere alla conclusione che tutte le carte sono oggi « carte derivate », dovendosi, a rigore, riservare l’ap pellativo di « carta rilevata » alla sola « minuta di restituzione » che non è, in se stessa, una carta, mancandole le caratteristiche editoriali proprie di una carta nel senso comune della definizione. Tale concetto deriva da due considerazioni, e pre cisamente: principalmente dalla considerazione che nella pratica della tecnica car tografica la restituzione avviene frequentemente a scala diversa da quella del dise gno definitivo, cosicché intervengono, successivamente alla restituzione, operazioni di tecnica fotografica e di disegne-the modificano l'originale di restituzione, collu dendo col concetto di « derivazione » che abbiamo esposto al paragrafo 7. Secon dariamente dalla considerazione che la restituzione fotogrammetrica non dà luogo ad una carta completa, per i ben noti limiti connessi alla presa fotografica, cosicché l'originale di restituzione deve essere integrato mediante altri elementi forniti da ulteriori operazioni di rilievo parziale (ricognizione sul terreno), nel mentre che il rilievo diretto fornisce tutti gli elementi costitutivi della carta. Tuttavia la classifi cazione esposta nel precedente paragrafo può essere ancora ritenuta valida se con verremo di estendere l’appellativo di carta rilevata a quella carta che venga pub blicata nello stesso denominatore, o nel più prossimo, della minuta di restituzione, e che conservi, di quest’ultima, il più possibile intatte le caratteristiche topografiche senza sfoltimenti o rielaborazioni. 9. - Partendo dalle considerazioni sopra esposte si pone ora il problema di stabilire quante e quali carte siano da allestire, allo scopo di costituire una effi ciente cartografia civile nazionale. Cominciamo, anzitutto, con l’affermate che, a nostro parere, è necessario che vi sia un’unica carta rilevata, nel corpo della carto grafia, e precisamente quella carta che, nell’insieme di tutte le carte costituenti la cartografia, abbia il più piccolo denominatore, essendo egualmente necessario, e altresî conveniente, che tutte le altre carte siano « derivate » da essa, direttamente con derivazione di primo grado, o indirettamente con derivazioni successive.
La convenienza della unicità della catta rilevata sembra sia ovvia, quando si ponga attenzione al notevole peso con il quale le fasi di lavoro proprie del rilievo (voli, triangolazione, ricognizione, restituzione) incidono sul costo della carta stessa, laddove tutte tali fasi non compaiono nella costruzione di una carta derivata che richiede solo operazioni di stabilimento (e cioè non di rilievo); ed è altresf ovvio che, posta l’unicità della carta rilevata, essa debba essere quella a più basso deno minatore, stante la maggior ricchezza di particolari che in essa figurano, rispetto alle carte a minor scala, e la facilità operativa con la quale, col metodo degli spogli, si può da essa derivare qualsiasi altra carta a minor scala.
Ma che ciò sia anche necessario risulta, fra l’altro, da una considerazione che raramente ci è dato di ascoltare, e che si inquadra nella visione generale del pro blema nel suo complesso, e cioè dalla considerazione dell’organizzazione più razio nale della produzione cartografica. L’organizzazione di una cartografia, nel suo complesso, rende infatti necessaria
tutta una serie di metodi di lavoro, di attrezzature, di prassi informative, opera tive, di revisione, di stampa, di immagazzinaggio, di amministrazione, che richie dono una unicità di riferimento, senza la quale diventano oltremodo facili gli er rori, le ripetizioni, le confusioni, che, in ultima analisi, si traducono in sperperi.
L’unicità della carta rilevata, posta a fondamento di tutte le altre carte, convo glia in un’unico riferimento, chiaramente delineato e facilmente identificabile, tutte le azioni produttive e organizzative, le rende facilmente reperibili e utilizzabili, dai punti geodetici ai fotogrammi, dalle minute di restituzione ai cartoni di ricogni zione, dalle normali d’informazione alle bozze di stampa, cosî da costituire un’in sieme omogeneo ben ordinato e funzionalmente efficente. 10. - Tali considerazioni, nella pratica, conducono a delle conclusioni che a noi sembrano essenziali se non si vuole accettare uno sperpero di denaro che sem pre sussisterebbe anche se difficilmente potrebbe essere analizzato e valutato: a) - In una cartografia vi sia un’unica carta rilevata; b) - Tale carta sia, fra tutte le carte che costituiscono la cartografia nel suo complesso, quella a più basso denominatore; c) - Ogni azione di rilievo, comunque effettuata, ed ivi comprese le infor mazioni tecniche, sia riferita unicamente ad essa per via diretta (lavori di cam pagna) o indiretta (smistamento delle informazioni); d) - Tutte le altre carte siano da essa derivate con sole operazioni di stabili mento, fermo restando il principio che ogni carta derivata rispecchia, con le oppot tune rielaborazioni, la situazione di rilievo della carta rilevata dalla quale deriva. Tale derivazione, come già detto, può essere di primo grado, o derivazione di retta, c per derivazioni successive. 11. - Per quanto riguarda la scelta del denominatore della carta rilevata, cosî come del numero e delle scale delle carte derivate, l'esame di tali questioni esula dagli scopi della presente nota; esso dipende da considerazioni di mercato e di po tenzialità produttiva. Ci basterà accennare al fatto che, tenuto ovviamente conto dei vari livelli di copertura cartografica dipendenti dallo stato di sviluppo della cartografia in differenti situazioni di fatto, la' sempre attuale tendenza a produrre carte a sempre maggior scala deriva da un costante processo di maggior inseri mento della cartografia, dal punto di vista dell’utilizzazione, nel tessuto produt tivo della Nazione, e conduce ad una sempre maggiore necessità di efficienza orga nizzativa e produttiva in vista del conseguente aumento numerico degli elementi costituenti la carta. Una tendenza diversa, e cioè lo slittamento verso l’alto del de nominatore della carta rilevata, sarebbe inattuale, e solamente giustificata dalla ri conosciuta incapacità, per l’Ente produttore, di mantenersi al passo non solo con le esigenze del momento, ma altresî con le passate produzioni. Comunque la even tuale decisione di modificare la scala della carta rilevata deve condurre all’imme diato abbandono della carta precedente, la quale, se opportuno e conveniente, potrà essere trasformata in carta derivata nel caso di diminuzione del denominatore di scala, e dovrà invece essere drasticamente abolita (ovviamente a consumazione degli elementi già prodotti), nel caso di diminuzione della scala. Soluzioni di com
promesso, che tendano a tenere in vita contemporaneamente, e sia pure tempo raneamente, due carte rilevate, sono da condannare perché controproducenti ai fini dell’economicità dell’organizzazione, stante il già accennato peso economico di ogni carta rilevata in confronto al minor costo che una di esse verrebbe ad assumere qualora fosse derivata dall’altra. 12. - Per quanto riguarda le azioni di rilievo diremo che esse si possono clas sificare in due categorie: a) - lavori di rilievo propriamente detti, o nuovi rilievi; b) - lavori di aggiornamento.
I lavori di rilievo propriamente detti, da condursi essenzialmente col metodo aerofotogrammetrico, si fondano sul presupposto che il terreno oggettivo non sia stato precedentemente rilevato, o che, essendolo stato, il rilievo sia da considerarsi annullato per sopravvenute modifiche topografiche di tale mole da renderlo pra ticamente inattuale; i lavori di nuovo riltevo quindi si svolgono a ciclo completo partendo dai voli aerofotogrammettrici.
I lavori di aggiornamento si fondano invece sul presupposto che esista una carta precedentemente rilevata ed ancora attuale nelle sue caratteristiche topogra fiche generali, cosicché essa possa costituite base per la modifica e l’inserimento di un certo numero di elementi topografici.
Nella sostanza perciò i due metodi, per tendendo allo stesso fine, e cioè alla pubblicazione di una nuova carta, si differenziano non solo nella prassi operativa ma altresi nelle ipotesi concettuali su cui si fondano; qualora nel nuovo rilievo si utilizzi in parte una carta preesistente tale utilizzazione deve intendersi come strettamente funzionale nei riguardi della documentazione operativa, e ciò nulla toglie alla validità dei presupposti. 13. - Per quanto riguarda gli aggiornamenti è da osservare che essi sono usualmente, a loro volta, distinti in aggiornamenti generali e aggiornamenti par ziali, intendendosi i primi come estesi a tutti gli elementi topografici descritti nella carta, ed i secondi come ristretti ad una o più ben definite categorie degli ele menti stessi (rotabili, boschi, centri abitati ecc.). Cogliamo volentieri questa oc casione per esprimere il nostro personale, e totale, dissenso circa l'opportunità de gli aggiornamenti parziali. È anzitutto necessario sottolineare come quasi sempre gli aggiornamenti parziali siano condotti con riguardo ad un esiguo numero di particolari topografici, come le sole autostrade, o i limiti di boschi, e che ciò si verifichi discende necessariamente dalla stessa natura del metodo che, lì dove fosse esteso ad un maggior numero di particolari, finirebbe per avvicinarsi talmente al l'aggiornamento generale da renderne evidente la non convenienza anche agli occhi dei più accaniti suoi sostenitori. È quindi normale che l’aggiornamento parziale sia riferito ad un esiguo numero di particolari della carta oggetto del lavoro, ed in ciò sta la pericolosità del metodo, il quale tende: a) - Ad una disomogeneizzazione degli elementi topografici della carta, fal sandone la obiettività e fornendo informazioni errate ed incomplete; b) - Ad una discriminazione soggettiva di ciò che è più o meno importante,
dimenticando che per un utente può essere importante ciò che non lo è per un altro, e viceversa, e che, cosî facendo, si contravviene al primo e fondamentale re quisito di una carta, che è quello di fornire una rappresentazione idonea ed obiet tiva del terreno rappresentato, in una data situazione di fatto.
Si potrà replicare alle sopradescritte critiche obiettando che nella impossi bilità, per onerosità di impegno, di realizzare nuovi rilievi o aggiornamenti gene rali con frequenza sufficiente a mantenere l’attualità delle carte, e ciò particolar mente per le carte derivate stante la loro dipendenza da quelle rilevate, l’aggior namento parziale tende a rimediare a tale viscosità del processo di aggiornamento, almeno per quanto riguarda i particolari essenziali. A parte la solita obiezione citca il valore delle locuzioni « essenziali » 0 « più importanti » che presuppongono ra gionamenti soggettivi, e spesso particolaristicamente miopi, sembta non esservi dubbio che tutti i particolari topografici contenuti in una carta debbano essere considerati ugualmente importanti, dal momento che sono stati fatti oggetto di ri lievo e di rappresentazione, dovendosi, in caso contrario, convenire che sia stato fatto un lavoro inutile, o per lo meno superfluo.
Ma il punto fondamentale sta nella necessità di salvaguardare l'omogeneità della carta nel suo complesso, cosî che l’utente possa disporre di un documento che rispecchi la situazione obiettiva del terreno in un dato momento, e non debba preoccuparsi di discriminare patticolare da particolare allo scopo di decidere sulla validità della sua rappresentazione.
Infine va ancora ricordato l’aspetto economico della questione; o l’aggiorna mento parziale è strettamente limitato, come avviene quasi sempre, ed in tal caso dà luogo ad una carta « falsa », da condannare recisamente, oppure esso è cosî di latato da discostarsi di poco dall’aggiornamento generale, ed in tal caso è ovvia la sua improponibilità per l’assai scatsa convenienza economica rispetto al miglior prodotto fornito dall’aggiornamento generale.
Rimane il fatto della già accennata onerosità, nei riguardi di una efficiente tenuta a giorno della cartografia, dei nuovi rilievi e degli aggiornamenti generali; ma questo è un altro problema la cui soluzione, che deve basarsi sulla verifica della potenzialità dell'Ente produttore e deve essere ricercata con i metodi della piani ficazione, non può essere diversa da quella di produrre e di aggiornare con il ritmo che è consentito dalla situazione contingente. _Dilatare la cartografia, sia nel nu mero delle scale che in quello delle edizioni, facèhdo in essa comparire, per esem pio, dei rilievi ottocenteschi sui quali faccia bello spicco un’autostrada, non costitui rebbe, quanto meno, rigorosità di informazione. 14. - Concludiamo questa nota osservando come a volte possa essere neces sario rilevare o riconoscere parzialmente una catta allo scopo di eliminare difetti o lacune posti in evidenza dopo la sua compilazione; tale caso particolare conduce però ad un rilievo, o ad una ricognizione, parziale, e non ad un aggiornamento paziale, poiché tende a rimediare ad un errore o ad una lacunosità del rilievo o dell’aggiornamento di base, perfezionando il documento cartografico nella sua in terezza obiettiva. Le osservazioni sopra esposte sembrano perciò, in ogni caso, conservare la loro validità ai fini dell’allestimento di una cartografia efficiente e funzionale,