Pur esprimendo il massimo rispetto per tutti coloro che saranno chiamati ad eseguite dei collaudi, non possiamo fare a meno di precisare che un collaudatore non è elemento che si improvvisa. Occorre avere lunga e matura esperienza per rilevare — e dimostrare — gli errori altrui.
Per quanto riguarda il collaudo della ricognizione, il problema si presenta nei termini più semplici: basta, infatti, avere buone gambe, voglia di lavorare e conoscenza ed esperienza delle necessarie norme topografiche. Invece per quanto riguarda il collaudo della determinazione dei punti di appoggio, specie se effet tuata a mezzo di triangolazione aerea, non basta saper leggere degli angoli in un teodolite: occorre avere padronanza del sistema, conoscendone « da maestro » l'impostazione, i procedimenti, le tolleranze e le possibilità. E ciò, sia permesso di aggiungere, oggi non è ancora cosa alla portata di molti.
Altrettanto dicasi per il collaudo degli elaborati di restituzione.
Collaudatori di restituzione non ci si improvvisa, perché non basta sapere dove si devono mettere le mani sedendo a uno stereocarttografo, ma occorre una profonda esperienza specifica.
Inoltre, per collaudare un elaborato di restituzione, è indispensabile disporre di uno strumento di 1° ordine, di cui si sia preventivamente controllata la rettifica.
E, infine, non può essere taciuto che, quello del collaudatore, è un ingrato me stiere, che richiede carattere oltre che competenza, profondo senso di responsa bilità, obiettività, sicurezza di giudizio, spina dorsale. E non rammento l’onestà, perché farei grave torto a chiunque. — CONCLUSIONE
A questo punto, dovrei concludere. Le conclusioni, però, preferisco che le tragga, da sé, chi ha qualche interesse al problema.