9 r 9 per TATTIVITA' della S.ILF.E.T. Dott. Ing. R. BONASERA Capo dell'Ufficio Aerofotogrammetrico e Cartografico dell'Ente di Sviluppo Agricolo în Sicilia Relazione presentata all'XI Convegno Nazionale SI.F.E.T. - Firenze, 4-10 ottobre 1966
E' necessario premettere che il mio intervento è essenzialmente polemico, ha ca rattere generale, ma fini costruttivi.
E soprattutto una constatazione circa il risultato che da un convegno deve cer carsi di ricavare.
Forse, in quello che affermo, ci sarà qualcosa di spiacevole ma, è certo, non vale nulla tacere le cose spiacevoli, è meglio parlarne una volta per tutte.
La nostra associazione, la S.I.F.E.T., è formata da tecnici ed esperti appartenenti a svariate branche della attività pubblica e privata: Dirigenti e Ftnzionari di Ammi nistrazioni Statali o di Enti Pubblici, Dirigenti di Industrie Fotogrammetriche, Docen ti Universitari, Liberi Professionisti.
Ciascuno di essi guarda i problemi inerenti lo sviluppo e l'evoluzione della foto grammetria sotto diversi punti di vista ma, soprattutto, alla luce di quanto tale evo luzione può apportare alla loro attività.
Nasce pertanto, necessariamente, un conflitto di opinioni, ben celato ma latente.
Ad esempio, mentre un Funzionario responsabile della Direzione Generale del Catasto ritiene necessario proporre particolari metodi per la formazione delle mappe, un altro, operante in seno all'Istituto Geografico Militare afferma la necessità di coor dinare tutta la produzione cartografica, al fine di evitare una ripetizione nei lavori con evidente inutile dispendio del pubblico denaro e di assoggettare altresì tale produ zione a visti preventivi per l'utilizzazione.
Di contro ciò non interessa affatto il Dirigente di una Industria Cartografica: per esso, il fine determinante è una certa massa di lavoro, senza preoccupazione di eventuali ripetizioni poichè è importante totalizzare un certo numero di commesse in un anno di attività. Questo stesso Dirigente verrà assillato dal privato committente il quale non riesce a spiegarsi le difficoltà che si frappongono alla possibilità di pos sedere una carta dei propri tetreni, che conosce palmo a palmo e la cui valorizzazione viene ritardata.
Distaccati da coloro che ho nominati, stanno gli studiosi che possiamo chiamare indipendenti. Questi ultimi però impostano le loro teorie su basi a volte molto lon tane dalla pratica.
Tutti i soci, qualunque sia la loro attività, dovrebbero intervenire nelle discus sioni con problemi chiari, che interessino e investano i problemi comuni.
Puntualizzo soprattutto che si dovrebbero mettere da parte tutti quegli argomenti che ormai sono stati presi in esame ripetute volte. Con dispiacere ma con la sincerità che spesso provoca nei miei riguardi qualche risentimento, devo constatare che ciò è accaduto in diversi convegni. Se molte varianti sono state apportate esse riguardano la descrizione dei perfezionamenti introdotti nei diversi strumenti fotogrammetrici; tali argomenti però, collegati ad una mostra, dovrebbero formare oggetto di un program ma autonomo. 73
Il convegno vero e proprio deve essere impostato sulla trattazione di argomenti pratici, senza dissertazioni lunghe e complesse, lasciando largo margine alle discussioni che mettano in ampio risalto le deficienze del lavoro, i metodi migliori per sanarle e ciò, in particolare, per quanto concerne tutto l'arco di svolgimento dei medesimi.
Vorrei anche ricordare che la nostra società è: «di fotogrammetria e topografia». Voglio dire che parliamo spesso di treni ma ci scordiamo dei binari; avremo a dispo sizione magnifici strumenti restitutori ma dimentichiamo che esistono pure dei bel lissimi teodoliti; se questi ultimi non hanno preparato tutto come si deve spianando la strada al lavoro di laboratorio si avranno plastici sfasati, errori inspiegabili per i quali non basterà alla fine rimediare con qualche livellazione.
Pertanto non andiamo a toccare argomenti troppo impegnativi e molto astratti.
Ho sentito pronunciare nelle prime conferenze la parola «programmazione». A parte il fatto che adesso è di moda, mi permetto ricordare che la «programmazione» rappresenta, nella realtà, un metodo per diluire nel tempo, sino all'oblio, qualsiasi buona intenzione di fare qualcosa.
Si deve riflettere sul fatto che, prima di programmare occotte guardarsi in tasca, poichè tutto quanto vuol realizzarsi deve essere adeguato agli stanziamenti e questi ultimi determinano la quantità del lavoro e Ia sua qualità.
Partendo da questo punto, per battere il campo pubblico porrei un quesito al più importante Organo Nazionale nel nostro campo: l’Istituto Geografico Militare. Cosa ha programmato tale Istituto perchè la Cartografia Ufficiale Italiana sia completa e precisa?
Cè un grande contrasto nel pensare che, mentre si studiano le foto della luna, prese in loco, esistano ancora carte tanto vecchie da fare incorrere in gravi errori nella valutazione di massima di un progetto.
Se tali carte vanno realizzate con il denaro dello Stato, mi pare che questa sede sia la più qualificata per porre il problema a chi di dovere. Si parla da un lato di legge Urbanistica urgente, senza pensare che i tecnici si troveranno sprovvisti dell’ele mento fondamentale per uno studio serio dei problemi.
In moltissime carte occorrono massicci aggiornamenti o addirittura completi rifa cimenti: vi sono nuove arterie di comunicazione, corsi d’acqua che hanno cambiato totalmente il loro tracciato, altimetrie completamente sovvertite.
Tutto ciò porta gravi danni nelle previsioni in sede di progetti di massima. Ri cordo che il progetto di massima di una diga in Sicilia venne redatto nell’ambito di una perizia studi da sottoporre alla Cassa per il Mezzogiorno: si prevedeva pertanto l’im porto di massima delle opere. In un periodo successivo alla approvazione venne co struita la cartografia necessaria, e, con grande sorpresa, si notò che il fondo alveo aveva una quota effettiva di ben 12 metri più bassa di quella desunta dalla cartografia ufficiale.
Occorre pensare quali problemi comporti in sede progettuale, dovere rialzare una diga di 12 metri dalle fondazioni sino al coronamento e, ciò che è più importante, una maggiore spesa ove le diecine di milioni sono soltanto gli spiccioli.
Passiamo un momento al catasto che sarebbe tanto utile se rispondente alla realtà.
Nell’Ente di Sviluppo, ove dirigo l'Ufficio Aerofotogrammettico e Cartografico st provvede all'affidamento di lavori per la esecuzione di carte tecniche di vario tipo e, soprattutto di carte a scala 1:2000 corredate di carta catastale alla medesima scala, sovrapponibile e dedotta dal Catasto vigente.
La questione del Catasto vigente è puramente teorica. In vero tale Catasto non vige affatto. A. titolo di esempio dirò che in Sicilia, allorquando si dovette procedere all’esproprio delle zone da allagare con la diga sul fiume Jato, venne approntata (oltre a tutto il resto) una carta catastale dedotta dal catasto vigente corredata dai relativi partitari. Su questa base vennero redatte le perizie di esproprio dei terreni che resta 79
vano al di sotto della quota d’invaso.
All'atto praticò si ttovarono seminativi divenuti da tempo vigneti, pascoli o canneti trasformati in oliveti, fondi di circa un ettaro già da 10 anni frazionati e trasferiti a cinque nuovi proprietari eredi di famiglia numerosa.
La Cassa per il Mezzogiorno, che finanzia l’opera, è stata costretta a stanziare i necessari fondi con i quali venne eseguita una carta delle colture. Ciò per una piccola zona di 300 ettari circa. La parte più cospicua, che dovrà irrigarsi si estende per più di 14.000 ettari e le particelle attualmente rilevate dalla cartografia sono oltre 82.000. Quali problemi sorgeranno nel passare dalla progettazione all'esecuzione? Le imprese, da parte loro, lavorano spesso con scarso entusiasmo. Tale fatto è spiegabile e giusti ficato. Da una parte si sottoscrivono contratti corredati da tutti i crismi necessari ma, all'atto dei pagamenti, i tecnici vengono assillati da sollecitazioni che esulano dai loro compiti, poiché riguardano le inadempienze sulle liquidazioni dei certificati.
Nascono cosi riserve, remore nel lavoro, richieste di proroghe ed esecuzioni che spesso valgono quanto si pagano.
A tutto ciò, per complicare le già complicate faccende, si aggiunge l’attesa per una serie di autorizzazioni. Così, ammesso che le condizioni del tempo permettano l'esecuzione di un volo fotografico nel .mese di maggio è probabile, se non certo, che si potranno utilizzare i fotogrammi solo nel mese di ottobre e quindi iniziare la segnalizzazione e la triangolazione di base con le prime piogge. Alla fine del lavoro, «dulcis in fundo», si inizia il collaudo.
E'accaduto già parecchie volte che chi vi parla in qualità di Direttore dei lavori si è trovato in contatto con collaboratori nominati con criteri davvero singolari. Mi scno trovato spesso nelle condizioni di dover preventivamente illustrare ciò che si do veva fare, di intervenire personalmente a collaborare con un collega il quale, pur ec °° cellendo in altri campi, non conosceva nulla o quasi, di fotogrammetria.
Non voglio, con quanto adesso aftermo, fare eccezione per l'Ing. Santoni per ri spettare l'atmosfera di festa che gravita intorno alla Sua persona, ma devo dire, per la. verità, che un problema pratico lo ha posto Egli stesso, in modo semplice, chiaro e breve. E lo prendo ad esempio per tutti. Egli ha chiesto cosa avviene in Francia a proposito delle censure delle riprese fotografiche.
La risposta l'abbiamo udita tutti e dobbiamo riflettere sul fatto che la Francia è una nazione più ricca dell’Italia ed è anche risaputo che ormai appartiene alla ristretta cerchia delle potenze atomiche. Eppure non esistono limitazioni.
I dirigenti tecnici di una grande raffineria siciliana, della quale conoscono ogni minimo particolare, che vivono per tutto l’anno nell'interno di essa, non hanno po ‘ tuto ottenere il permesso di consultare, ai fini di organizzare gli eventuali ampliamenti, le foto aeree della raffineria medesima.
Quello che ho detto è documentato e pertanto inconfutabile. Allora viene sponta neo di chiedersi se non sia utile che i nostri convegni mettano a fuoco questi problemi, trattandoli in modo pratico e facendone argomento di precisi quesiti e precise richieste da rivolgere agli organi responsabili. Si faccia notare soprattutto che è inutile program mare con una mano e mettere il bastone tra le ruote con l'altra.
Personalmente non m'interesso di tali adempimenti ma, avendo chiesto delucida: zioni in merito, mi è stato riferito che la prassi da seguire per una autorizzazione è ol tremodo complicata.
Dalle cose complicate nascono facilmente errori, tanto che è vero che spesso ac cade di trovare censure inspiegabili.
Per concludere vorrei dire che in tutti i Congressi non bastano le belle parole, le più o meno lunghe esposizioni, ma occorre affrontare, in modo semplice e pratico i problemi più comuni senza tralasciarli per timore di far brutta figura nel trattare cose troppo elementari. 80