VALORIZZARE IL LAVORO TOPOGRAFICO ODOARDO FANTINI



Nella nostra Società (S.I.F.E.T.) è stato affrontato, discusso e analizzato mol to lodevolmente il problema della preparazione tecnica del geometra specializ zato nei lavori topografici.

Nel Convegno di Bari del 1958 tale argomento fu ampiamente esaminato e po sto in discussione con ampie relazioni di base. Venne poi formata una commis sione ristretta per l’aprofondimento della materia ed a Cagliari nel IX Convegno SIFET si tornò a discuterne ottenendo nuovi orientamenti con le comunicazioni sione ristretta per l’approfondimento della materia ed a Cagliari nel IX Convegno SIFET tenuto a Varese, il Prof. Candiloro accennò al riordinamento e sui pro grammi degli Istituti tecnici per i geometri, un gruppo di studenti del V anno dell'Istituto di Legnano presentò una relazione ed infine io stesso esposi il qua dro della preparazione scolastica del geometra all'estero e le difficoltà di una equipollenza del diploma.

Nel maggio di quest'anno a Roma, il Consiglio Nazionale dei Geometri, pro mosse un incontro di studio sulla istruzione tecnica per i geometri al quale presero parte anche i Prof.ri Bartorelli e Cavalieri per la topografia e le cui risolu zioni verranno presentate dopo un ulteriore dibattito nel XXXV Congresso di ca tegoria che si svolge attualmente in Firenze. ,

Con soddisfazione deve considerarsi questo interessamento per la scuola tecnica, formatrice di operatori qualificati, che tende ad aggiornarsi nei program mi e nei metodi.

Ma se passiamo dalla scuola alla vita, la situazione è ben diversa nei ri guardi degli operatori topografici, la cui valorizzazione sia nel campo di un me ritato prestigio professionale come in quello di equi compensi alla loro attività di tecnici specializzati, non risulta adeguata alla loro competenza, alla loro re sponsabilità, alle difficoltà inerenti al lavoro esterno, alla rappresentazione carto grafica che richiede massima precisione e perfezione nel disegno.

Per tali ragioni la schiera dei topografi si sta assottigliando ed il Paese si priva, senza ripari, di elementi tecnici insostituibili, la cui formazione si com pie con anni di duro impegno e sacrifici.

Si può osservare al riguardo che il lavoro topografico non offre grandi pos sibilità di assorbimento di tecnici specializzati in tale ramo, poichè in Italia dopo aver terminato il Nuovo Catasto Terreni, il suo periodico aggiornamento non consente margini rilevanti di occupazione, che l’I.G.M. non ha cospicui programmi esecutivi di rinnovamento del suo patrimonio cartografico e di esecuzione del nuovo 50.000 per l'esiguità dei fondi di cui annualmente dispone, che Comuni, Province, Azienda della Strada, enti ed imprese varie non hanno che limitate prospettive, che il lavoro topografico all’estero se non ha un finanziamento sicuro in partenza è pericoloso e pieno di sorprese.

Anche se si conviene su quanto accennato, non credo superfluo sottolineare che sarebbe di indubbio giovamento un finanziamento straordinario dello Sta to che consenta su vasta scala il lavoro di aggiornamento dei fogli catastali e delle piante dell’I.G.M., per il dinamismo fondiario che in questo dopoguerra ha rag giunto in molte zone livelli elevatissimi unitamente a tante opere pubbliche, trasformandone il primitivo assetto, così da offrire ampie possibilità di occupazione ai topografi ed ai loro studi, nonchè alle imprese.

Ma un altro aspetto mi preme porre in evidenza in questo XI Convegno SIFET, cioè quello della valutazione in termini economici del lavoro topografico.

E' di pubblico dominio che una delle attività tecniche poco o mal retribuite è quella del lavoro in parola. Ciò determina problemi molto gravi, poichè la ese cuzione perfetta di rilevamenti topografici e fotogrammetrici, come è oggi richie 50




sta, con scarsa retribuzione, è un voler mettere d’accordo due termini che non potranno mai identificarsi.

La: mortificazione anche economica dei valorosi tecnici che operano in to pograflia come specializzati, non può durare, poichè a lungo andare l'esodo an che degli anziani da questo settore così utile, non tarderebbe a verificarsi, con la ricerca di migliori condizioni di lavoro in altri campi e soprattutto non per metterebbe l'accesso dei giovani i quali nonostante siano spinti da un’inclina zione ai rilevamenti ed alla cartografia, il modesto reddito che questi procura no non li potrà attirare.

Concludendo non posso che richiamare l’attenzione di quanti dirigono enti ed amministrazioni che fondano ogni loro attività sul lavoro topografico o se ne servono per progettazioni, di meditare su queste non brillanti situazioni. E’ in differibile e anche umano di migliorare il compenso percentuale ai tecnici opera tori, di evitare che nelle aste e nelle trattative private si superino certi limiti di ribasso, per cui si dovrebbe supporre che la base d’asta venne mal calcolata (e ciò non è possibile) o che il lavoro stesso senza nessuna prospettiva di un sep pur modesto guadagno e per intuibili ragioni di sopravvivenza, farà sopportare al tecnico impegnato dei pesi che incideranno negativamente nel suo bilancio, con quelle conseguenze che purtroppo hanno provocato rovine e situazioni irre parabili sia negli studi a carattere artigianale che in imprese di notevole rilievo.

Mantenere ed accrescere i liberi topografi, i loro uffici, la loro organizza zione e le loro costose attrezzature è un incitamento, un programma, un bisogno sociale per la tecnica ed il progresso, che sono certo troverà validi appoggi, com ‘© prensione e sensibilità in ogni ambiente superiore, dall'Università ai maggiori enti del nostro Paese, alle grandi amministrazioni private, ai dicasteri tecnici ed allo stesso Governo.