di Bennis W. Meeks **
E’ sembrato opportuno pubblicare sul Bollettino della SIFET la traduzione dell'articolo di Bennis W. Meeks dal titolo "Ethics and Fair Practice" comparso sul n. 4, 1969 di Surveving and Mapping. ,
Ciò sia per portare a conoscenza dei topografi italiani il modo di pensare dal punto di vista dell'etica professionale dei colleghi americani, sia per stimo lare ad un approfondimento anche in sede nazionale di questi problemi che qua lificano, al di là di ogni abilità professionale, l'uomo ed il cittadino.
Segue il codice di etica professionale approvato dal Congresso della Società Americana di Topografia e Cartografia, che viene riprodotto nelle due lingue allo scopo di permettere un confronto e non rischiare di alterare, con la traduzione, il significato e le intenzioni originali.
Il Comitato di Redazione del Bollettino sarà lieto di ricevere dai Soci com menti su questo articolo e sul codice e suggerimenti perché anche in Italia si provveda in senso analogo, tenuto conto delle diversità di ambiente sociale ed economico. La redazione si impegna a raccogliere i commenti ed i suggerimenti che saranno pervenuti in un'apposita rubrica.
Per iniziare il discorso definiamo ed analizziamo la parola etica. Webster dice che «l'etica è la scienza del dovere morale, in senso lato la scienza del carattere umano ideale, dei principi, delle qualità, delle azioni morali». La parola etico deriva dal greco ethicos — relativo a carattere morale. Tale termine è oggi comu nemente usato quando si parla di comportamento professionale.
Sin da quando veniamo al mondo esiste in noi un innato codice etico. Appena incominciamo a muoverci a quattro zampe per scoprire il mondo degli uomini e delle cose, impariamo subito che toccare quanto si trova oltre certi limiti ci procura un duro, mortificante schiaffo. Presto impariamo a rispettare le regole degli adulti e così iniziamo a tracciare il nostro percorso di condotta morale. Il metodo socratico dell’interrogare ci mette in grado di distinguere il vero dal falso e di trasferirci dal regno della supposizione a quello della conoscenza certa.
Possiamo così concludere che l’etica è quel ramo della filosofia che tratta dell’arte di vivere rettamente. E' la disciplina che insegna la differenza tra ciò che è bene e ciò che è male nel comportamento dell’uomo verso i propri simili. L'etica cerca di condurre l’uomo al suo modello più elevato: se la legge gli impe disce di compiere il male, l’etica lo incoraggia a fare solo ciò che è bene. Lord Moulton disse una volta: «La vera civiltà dell'uomo si misura dalla sua capacità di obbedire a ciò che non viene imposto».
Onestà, giustizia e rispetto per gli altri sono alla base di una filosofia morale che, unitamente al reciproco interesse tra gli uomini, costituisce il fondamento dell'etica. Il topografo dovrebbe prendere ad esempio questo modello, non in modo passivo, ma secondo una serie di principi dinamici ai quali improntare la propria condotta e il proprio modo di vivere.
Poiché la pietra fondamentale del comportamento professionale è l’integrità morale, il topografo deve svolgere il proprio lavoro nell'interesse sia dell'azienda da cui dipende sia del cliente e con onestà ed imparzialità nei confronti di entrambi. Egli deve tenere alti l'onore e la dignità della propria professione ed evitare ogni forma di associazione con imprese di serietà discutibile. Nei rapporti con coloro che svolgono la sua stessa professione deve essere onesto e tollerante. * Riprodotto su concessione da « Surveying and Mapping », n. 4 del 1969, ** Topografo pubblico Center-Texas - Presidene dell’Associazione Topografi Texani. 10
I metodi poco scrupolosi di chi fa le cose «a un tanto al metro» sono sempre più disapprovati dalla società odierna. Alcune delle professioni giovani hanno scoperto che come gruppo esse sono forti, ma che l'esercizio non conforme all'etica di alcuni le indebolisce. Quindi noi, come gruppo di professionisti — appartenenti ad una delle più antiche professioni — dobbiamo assumere a nostra guida una serie di modelli ed agire in conformità di essi. I pochi trasgressori esercitano una grande forza per ostacolare il raggiungimento di quell’alto livello morale che il nostro gruppo si prefigge.
Vi sono molte tentazioni in una carriera professionale ed il codice morale è la guida che ci aiuta ad affrontarle ogni qual volta le incontriamo lungo il cammino.
Vi è la tentazione di sovracommercializzare, dimenticando il servizio che do vremmo svolgere.
Vi è la tentazione di adagiarsi a spese delle letture e dello studio che sareb bero necessari per tenerci al corrente nel campo, in continua evoluzione, della tecnologia.
Vi è la tentazione di trascurare la partecipazione ai congressi per gli stessi motivi.
Vi è la tentazione di ritorcere sui colleghi, a torto o a ragione, la responsa bilità degli errori.
Vi è la tentazione di farsi strada in modo disonesto a spese di altri.
Vi è la tentazione di essere indiscreti sulle confidenze dei clienti e sui loro affari.
Cediate o no alla tentazione, il vostro comportamento potrà essere bene o male interpretato dall'amico o dal rivale, ma soltanto voi potete conoscere la verità. Forse la tentazione è troppo forte? Per il topografo consapevole del proprio dovere la risposta non può essere «SÌ»,
Soffermiamoci ora a considerare alcune di queste tentazioni, particolarmente per quanto esse riguardano il topografo. Innanzitutto la questione del sovracom mercialismo. Il paragrafo 3 dei «Canoni dell’etica e regole di condotta professio nale per i topografi» che furono adottati diversi anni fa dalla Società Texana di Topografia, dice: «Egli non reclamizzerà il proprio lavoro o il proprio merito in modo autoelogiativo ed eviterà qualsiasi comportamento pratico che possa arre care discredito od offesa alla dignità e all’onore della sua professione». Oggi questo avviene in larga parte del nostro territorio e molti di noi hanno potuto constatare flagranti violazioni di questa regola. Vi fu ad esempio un topografo che acquistò un'intera pagina di inserzioni pubblicitarie nel giornale locale, vi fece pubblicare la fotografia delle sue tre squadre con le attrezzature, accompagnata da didascalie tipo «supermercato» che decantavano i meriti della sua organizzazione e ingiun gevano che nessun altro topografo qualificato era disponibile nella zona. Questa ditta era infatti nuova del luogo e dopo tutta quella sfacciata pubblicità la gente ebbe l'impressione di essere stata presa in giro in passato e che i topografi locali fossero un branco di disonesti. Naturalmente questo fatto non promosse alcun grado di professionalismo e ci vorrà molto tempo prima che le ferite guariscano. Ci fu poi un topografo che si trasferì in una cittadina dove acquistò gran parte del tempo della stazione radiofonica locale. Potete immaginare cosa pensarono i topografi del luogo quando l’annunciatore uscì con queste parole: «Vi serve un topografo? Chiamate John Doe e richiedete le sue tariffe ragionevoli. John Doe ha un contratto di lavoro con l’Engineer Department statunitense ed ora ha aperto un ufficio in Easy Street 125, qui a Wagon Wheel, Oklahoma. Possiede la più bella e moderna attrezzatura ed è altamente qualificato per eseguire qualunque tipo di rilievo ad un prezzo accessibile. E' membro della Associazione professionale Blan kety Blank. Chiamate il 2345678 per assicurarvi le prestazioni di John Doe, esperto e qualificato topografo». Questo annuncio fu trasmesso praticamente ogni ora per una settimana e più, ma poiché violava in modo evidente molti canoni del l'etica, il pubblico si mostrò diffidente. Benché questo modo illecito di comportarsi 11
gli avesse procurato alcuni clienti, egli non poté trovarne abbastanza per mantenere una simile campagna pubblicitaria. A distanza di un mese lasciò perdere esi trasferì.Un'occhiata alle pagine gialle degli elenchi telefonici ci rivelerà numerosiesempi di annunci autoelogiativi e di commercialismo — non sotto le voci Medici,Avvocati, Dentisti —, ma sotto la voce Topografi, in cui compaiono numerosi commercianti e case di commercio. Dal punto di vista del grande pubblico apparteniamo alla categoria dei professionisti? E’ tempo che facciamo qualcosa per questo.Vi è sempre la tentazione di fare strada in modo disonesto a spese di altri.Consideriamo ad esempio il caso di un topografo regolarmente retribuito, magaricon danaro dello Stato, che ha a sua disposizione due o tre ore ogni pomeriggio,i sabati, le domeniche e diverse giornate festive. Egli decide di incrementare leproprie entrate eseguendo rilievi in proprio durante il tempo libero. Così acquistaun minimo di attrezzatura ed usa l'auto di famiglia per i trasporti. Inoltre si serveder proprio figlio adolescente e di un suo amico per formare la squadra di campagna. Poiché l’intera strumentazione è impegnata altrove, egli può accettaresoltanto certi lavori, di solito i più facili. Adibisce ad ufficio un locale libero dellapropria abitazione cosicché le spese sono praticamente nulle. Di conseguenza potràeseguire un dato lavoro ad una tariffa molto inferiore a quella praticata dai suoicolleghi che vivono esclusivamente sulla libera professione e sono costretti adaccettare qualunque lavoro. Ciò non significa che l’attività nel tempo libero siauna cosa deprecabile; ma un topografo che percepisce già un regolare stipendiodovrebbe accettare lavori a tempo parziale unicamente a tariffe non inferiori aquelle legalmente riconosciute nella zona in cui opera. Non dovrebbe accettarelavori ad una retribuzione che non permette prestazioni professionali a livellodegli standard di quella professione. E neppure dovrebbe un topografo a pienoimpiego accettare lavori nella zona in cui esercita o intende esercitare la propriaattività, a tariffe inferiori alle minime riconosciute per quella zona.Un topografo dovrebbe preoccuparsi che si dia fiducia a un lavoro di rilievosolo quando questa fiducia è meritata. Quale tentazione accaparrarci fiducia incerte circostanze se questa fiducia ci permette di avere una misura di vantaggiosubito o dopo. Potrebbe essere abbastanza allettante criticare un nostro collegao il suo lavoro nella convinzione errata che quello sia il modo di costruirsi unareputazione professionale ed eliminare la concorrenza. L’elogio di se stessi nonha mai giovato. Immaginiamo la spiacevole situazione di un topografo che, conquesta tattica, ha sottratto il cliente ad un suo collega: egli non può permettersineppure il più piccolo errore. Inoltre supponiamo che la persona da lui criticatafosse in possesso di informazioni importanti di cui egli ora necessita. Chi avrebbeil coraggio di chiedergliele in simili circostanze? E’ evidente che non tutti posseggono le stesse capacità, ma gli incompetenti si elimineranno da soli, senzal'aiuto dei competenti e, nella lunga corsa, prevarranno soltanto i veramente capaci. Se questi sono stati discreti nelle conversazioni riguardanti i colleghi, lorostessi e la professione acquisteranno fiducia. Ciò significa, in poche parole, cheun topografo non deve né direttamente né indirettamente criticare il comportamento o l’attività di un altro. Tuttavia, se egli ritiene che un altro sia colpevoledi attività immorale, illegale o disonesta, deve informare l’autorità competenteperché provveda. Egli deve fornire dati concreti alla propria associazione tecnicao professionale ed essere disposto a testimoniare. Ciò richiede un po’ di coraggio,ma è meglio per tutti gli interessati, intendendo con ciò l’intera categoria deitopografi; inoltre il pubblico non deve mai conoscere le luci e le ombre dellanostra grande famiglia.Altro ostacolo lungo l’ardua via verso il professionalismo è l'inclinazione adadagiarsi a spese delle letture e degli studi, che invece sarebbero necessari pertenersi al corrente nel campo della tecnologia in continua evoluzione. Uno dei Canoni dell’Etica dice: «Egli non svolgerà né offrirà di svolgere la propria attivitàin alcun campo ove non sia competente e convenientemente preparato secondo le12
regole che governano la sua professione». Nessun professionista può mantenersi aggiornato oggi senza uno studio costante e senza la continua revisione delle sue cognizioni. Qual'è il modo migliore per far ciò se non partecipare ai convegni delle nostre associazioni professionali?
Quale meraviglioso foro per lo scambio di idee e di tecniche! Eppure forse il trenta per cento dei topografi non appartiene ad alcuna associazione nel campo della topografia. E’ nostro dovere far prendere loro la piega giusta, poiché la maggior parte di essi non conosce nulla dell’etica e tanto meno se ne potrebbe preoccupare. Ricordiamo che i pochi che non rispettano l'etica professionale pos sono essere un grande ostacolo al professionalismo che auspichiamo. Coloro che amano la nostra professione devono trovare il modo di estirpare i non desiderabili. In altre parole, dobbiamo scartare la proverbiale mela marcia che, altrimenti, guasterà il mucchio. Se noi ci sforziamo di svolgere la nostra attività in maniera esemplare, alla fine prevarremo e il riconoscimento che meritiamo verrà finalmente a noi o ai nostri successori.
Per concludere ricordiamo quello che probabilmente è il più sintetico codice etico esistente: «Possa tu vivere in modo che quando sarà giunta per te l’ora di lasciare questo mondo persino i tuoi concorrenti ed il becchino siano addolorati». (trad. G. Arrigone Bruschi) 13