Tavola rotonda del 14-3-1970 Palermo, Camera di Commercio, Industria e Agricoltura SIGNIFICATO DI UN INCONTRO Dott. ing. Salvatore Prescia
L'incontro promosso ed organizzato dalla Sezione palermitana della SIFET voleva approfondire l'argomento delle carte tematiche sollecitando il contributo di studiosi e tecnici la cui attività si estrinseca in settori operativi fondamentali del Paese.
La gradita adesione all'invito di partecipazione ha consentito agli organiz zatori di allargare la « Tavola rotonda » ad otto relatori, ciascuno dei quali ha avuto modo di mettere a fuoco, nel campo di propria competenza, il ruolo co perto dalle carte tecniche e dalle carte tematiche derivate. Tale giro d’orizzonte, già sufficientemente ampio, è stato poi ancor più allargato, in sede di dibattito, ad altri settori non meno interessanti, ed interessati al problema cartografico.
Larga e numerosa è stata pure la partecipazione dei Soci della SIFET e di osservatori e simpatizzanti: indice confortante questo della sempre più diffusa sensibilizzazione dell'opinione pubblica più qualificata al problema della forma zione di una carta tecnica e di carte tematiche adeguate e corrispondenti alle istanze di un Paese moderno che si dichiara progredito scientificamente ed industrialmente.
Ad un primo e rapido esame critico del significato dell’incontro poteva sembrare che l'avere posto sul tappeto il problema delle carte tematiche, che presuppongono la disponibilità di carte tecniche a scala congrua — disponibilità non ancora assicurata nel nostro Paese — costituisse un atto velleitario, quasi una vera e consapevole fuga in avanti, da parte di chi la manifestazione aveva voluto ed organizzato.
Ma anche se così fosse, e non lo è stato, gli spunti che si possono trarre dall'esito dell'incontro stanno ad indicare, seppure indirettamente, una chiara conferma dell'esigenza che tutti gli oratori e i partecipanti hanno posto in evi denza: l’indifferibilità della disponibilità di una carta tecnica a scala 1:10000 estesa a tutto il territorio nazionale che possa soddisfare le richieste di natura cartografica e tematica avanzate dai vari settori operativi.
Ed il significato di tale richiesta è tanto più valido e sentito proprio perché essa è stata avanzata non più solo dai topografi e dai fotogrammetri, ma da chi topografoe e fotogrammetra non è, ma si serve largamente del prodotto carto grafico e da tale uso fa dipendere l’avvio più razionale ed approfondito del suo particolare tipo di ricerca o di lavoro.
Via via che gli studiosi di archeologia, di geologia, di agronomia, di idro :ogia e pianificazione in genere andavano sempre più e sempre meglio delinean do i rapporti ed i legami di interdipendenza tra l'oggetto delle loro ricerche sul piano scientifico e delle applicazioni sul piano tecnico ed il mezzo carto grafico, rivelando che la disponibilità di carte tecniche e tematiche costituisce ormai la condizione indispensabile al loro operare per il raggiungimento di risultati efficienti, sorgeva spontanea la constatazione della mancata presa di coscienza di un problema da parte di una Società avanzata che ha imboccato 2 via di uno sviluppo dichiaratamente programmato e razionale.
Probabilmente la responsabilità, seppure parziale, di tale ritardo nella presa £ coscienza di un problema di base, peraltro già affrontato e risolto od in via 17
di avanzata soluzione nelle altre Società nazionali con le quali la nostra Nazione sì trova oggi a competere, va addebitata a noi, specialisti del settore.
Probabilmente la nostra funzione di stimolo non è stata fin qui esercitata con quella continuità ed incisività che il problema avrebbe richiesto.
Probabilmente noi stessi, topografi, non ci rendiamo conto completamente della molteplicità e varietà d'impiego delle nostre carte in una Società moderna e dei conseguenti e stretti legami che vincolano al nostro Iavoro ed alle nostre ricerche le ricerche di altri numerosi settori d'attività.
Ad una così chiara e leale presa di coscienza da parte nostra deve corri spondere una presa di coscienza da parte di Uomini politici ed Enti che hanno responsabilità di governo a livello nazionale e regionale e da parte di quegli Enti ed Istituti che amministrano risorse finanziarie destinate dalla Collettività a settori meno avanzati del Paese per il loro sviluppo, aftinché si possa passare rapidamente dalla fase di programmazione alla fase di realizzazione anche nel settore della cartografia.
Questo deve essere, nel settore topografico ed aerofotogrammetrico, il nostro impegno: come operatori singolarmente presi o liberamente associati.
E' un impegno continuo e tenace che dobbiamo esercitare nell'interesse della Collettività per un più ordinato e razionale progresso di tutta la Nazione. SALUTO DEL PRESIDENTE DELLA SEZIONE PALERMITANA DELLA SIFET Prof. Ing. Walter Rizzoni
Nella veste di Presidente della sezione palermitana della Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia, rivolgo un caloroso saluto e un sentito ringrazia mento a tutti coloro che hanno voluto accogliere l’invito di questa Sezione parteci pando alla riunione odierna, che spero sarà utile ai fini del raggiungimento dello scopo che ci proponiamo: contribuire, nei limiti delle nostre forze, alla realizza zione di una buona Carta della Sicilia alla scala di 1:10.000.
Un particolare ringraziamento e un particolare saluto rivolgo al Presidente della Camera di Commercio che ci ha messo gentilmente a disposizione questa magnifica sala; al Presidente della SIFET, Prof. Cunietti, che ha voluto accogliere il nostro invito venendo da Milano a dirigere i lavori della Tavola rotonda; a} rappresentante della Cassa per il Mezzogiorno, Ing. Sbraccia, venuto per l’occa sione da Roma, e alle Autorità presenti,
Non toglierò molto tempo allo svolgimento dei lavori in programma; ritengo tuttavia che molti dei presenti non siano a giorno della situazione, e perciò ri tengo utile e opportuno dare qualche cenno sui precedenti della riunione odierna.
Il bisogno, generalmente sentito, specie dai tecnici, di una Carta d’Italia a grande scala ha trovato in questi ultimi tempi la sua estrinsecazione nella nasci ta della Carta al 10.000 della Calabria, realizzata alcuni anni fa e della quale un foglio è qui esposto, e di quelle, pure al 10.000, della Sardegna e del Friuli Venezia Giulia in corso di realizzazione. La Cassa del Mezzogiorno ha poi posto tra i pro grammi da svolgere in un futuro che speriamo prossimo, la realizzazione della Carta del Meridione d’Italia scala 1:10.000.
La SIFET ha collaborato nel 1968 alla organizzazione di un Convegno sulla Carta tecnica d’Italia al 10.000, che è stata definita «una necessità urgente per il progresso».
La sezione SIFET di Palermo ha tratto lo spunto dall’importante annunzio della possibile realizzazione di una carta del Mezzogiorno per cercare di dare la sua collaborazione alla realizzazione di un’opera così vasta e impegnativa. Durante i lavori del Convegno nazionale del 1969 ha perciò chiesto che il prossimo Con 15
vegno, quello del 1970, si svolgesse a Palermo sul tema «La Carta dell’Italia meridionale promossa dalla Cassa del Mezzogiorno nel quadro della Carta d’Italia1:10.000».La richiesta è stata subito favorevolmente accolta e nel prossimo settembreterremo a Palermo il XV Convegno nazionale SIFET, al quale mi permetto d’invitare fin d’ora tutti i presenti.Alla Carta topografica si affiancano carte tematiche varie come la geologica, lageotecnica, la urbanistica, ed altre: abbiamo ritenuto opportuno organizzare questa Tavola Rotonda per avere dagli siudiosi e dai tecnici specializzati nelle variebranche un apporto di idee, di esperienze e di proposte utili ad inquadrare leesigenze che potranno presentare delle buone carte tematiche che si appogginoalla Carta tecnica alla scala 1:10.000, incontrando una favorevole accoglienza presso gli studiosi interpellati ed invitati.Nella fiducia che la nostra iniziativa, alla quale ho avuto il piacere di registrare una spontanea e notevole partecipazione di tecnici, studiosi, utenti, si consolidi in un risultato positivo, cedo la parola al Prof. Cunietti ringraziando ancorai presenti della loro graditissima partecipazione e dei loro eventuali interventidurante il dibattito.l SALUTO DEL PRESIDENTE DELLA SI.F.E.T.Prof. Mariano CuniettiProf. Rizzoni, io la ringrazio per... avermi ringraziato. La ringrazio soprattuttoper avermi dato questa occasione che è venuta incontro ad un’azione chela SIFET sta svolgendo per portare la coscienza generale nella consapevolezzadella necessità della carta.E le parole che io adesso vi dirò, dovete inquadrarle in questo tema, nel desiderio non di parlare ai tecnici ma di parlare a coloro che tecnici non sono: e cheinsieme ai tecnici costruiscono l’opinione pubblica.A questi io parlo e da buon lombardo mi perdonerete se introduco il temadi questo dibattito con un ricordo manzoniano. A tutti Voi sono sicuramente bennote le prime pagine dei «Promessi sposi» nelle quali, magistralmente, il Manzonidescrive il paesaggio che circonda «quel ramo del lago di Como», che stava davantiagli occhi di quel povero, minuscolo prete intento a leggere il suo breviario inuna stradetta di montagna.La bravura e l’arte del Manzoni sono già tutte lì, in quelle pagine che, se letteattentamente, ricostruiscono anche attorno al lettore con vivezza di colore, conrealismo ma anche con tanta poesia, la conformazione varia di quel paesaggio,dalle ampie giogaie, ai colli, al lago, al fiume, ai sentieri, alle borgate, alla città diLecco col suo ponte, al Resegone allora — in una atmosfera pura e senzasmog — visibile fin dalle mura della lontana Milano. Queste prime pagine ciimmergono in un paesaggio che ci seguirà per un buon tratto della lettura delromanzo e ci farà sentire a nostro agio.Ma anche per un manzoniano, come me, è giocoforza riconoscere che la descrizione di quei paesaggi lecchesi non può certo essere utilizzata da coloro che stannooggi progettando l'autostrada dello Spluga, che da quelle parti deve passare.Tanta vivezza d'immagini non serve al progettista; sotto la sua matita,sotto i suoi occhi egli non vuole la trasfigurazione artistica della natura nonvuole la poesia, non vuole neppure l’immagine più realistica del terreno qualegli viene data dalla fotografia, direi che non gli basta il terreno stesso, mavuole que particolare elaborato che prende il nome di carta.19
Non si può progettare una strada direttamente sul terreno: occorre una carta.
Ciò che è valido per le costruzioni stradali può essere esteso a tutte quelle opere di ingegneria civile ed industriale, oggi sempre più numerose, che eccedono le dimensioni umane.
Tutto ciò che dico è ben noto ai tecnici presenti in sala. Ma in questa mia introduzione non mi rivolgo espressamente a loro, bensì agli uomini politici della Regione e della Nazione, che oggi hanno voluto presenziare a questa nostra riunione.
Mi rivolgo a loro ed a tutti gli altri ascoltatori che formano, uniti insieme, l'opinione pubblica, questo elemento della democrazia che deve divenire sempre più importante mano a mano che procediamo sulla strada del progresso, affinché prendano coscienza di questa esigenza tecnica che condiziona ogni sviluppo.
Il collegamento tra la tecnica e la politica un tempo non era indispensabile al buon governo; in generale il politico aveva un bagaglio di nozioni tecniche sufficiente ai bisogni della comunità.
Oggi però la vastità delle cognizioni che l’azione politica richiede non permette, se non in rarissime eccezioni, che vi siano nella stessa persona cognizioni tecniche sufficienti per rendersi conto di tutte le necessità e di tutti i problemi.
Nasce qui il problema ulteriore molto grave del collegamento del Politico con il Tecnico, problema di collaborazione, di linguaggio, di comprensione quindi, non sempre facile a risolversi.
Questo di oggi vuole essere un tentativo.
Il tecnico in generale presenta al politico le necessità; il politico fa le scelte, non tanto circa le necessità da soddisfare, quanto piuttosto sulle priorità da attri buire alla soluzione dell'una piuttosto che dell'altra necessità generale.
Ma nel caso della cartografia, cioè nel caso che stiamo qui trattando, spetta al tecnico sottolineare anche la priorità dell’esigenza.
Il tecnico afferma che ogni opera che il politico deve programmare deve essere studiata e progettata, che ogni progettazione non può oggi essere fatta che su di una cartografia adeguata. Parlo della progettazione in generale, di quella progettazione che interessa al politico proprio perché coinvolge la comunità; e perciò è una progettazione sempre di tipo territoriale esteso.
Ogni progetto va sviluppato sulla carta alla scala corrispondente allo stato della progettazione. Scale più piccole per la progettazione di massima, scale grandi o grandissime per la progettazione definitiva.
Ma sempre carte che sono una rielaborazione eseguita secondo modalità oppor tune degli elementi conoscitivi del terreno su cui le opere poggiano ed entro il quale vanno inserite con consapevolezza.
Affermo, solennemente, che la progettazione sulla carta non è una concessio ne alla pigrizia del progettista che preferisce stare comodamente seduto al suo tavolo, ma una esigenza tecnica inderogabile.
Gli ammassi di dati che si ottengono da un censimento non dicono nulla sullo sviluppo della popolazione fino a che non vengono rielaborati statisticamente e sintetizzati in pochi indici significativi. L’'intrico dei particolari morfologici del terreno reale non permette al progettista di intuire la sua opera nella sua realtà metrica, gli è necessaria una sintesi di quel terreno sfrondato di tutti i particolari superflui, per mettere in luce con poche linee, con pochi simboli e qualche numero l’essenzialità della struttura del terreno.
La carta è perciò esigenza primaria e prioritaria.
La politica deve accettare questo dato di fatto e prendere le decisioni corri spondenti. 20
Forse i politici, abituati a ben altre decisioni ed a ben altre cifre, ritengono che le decisioni in merito alla cartografia siano cose da poco, facilmente superabili a livello decisionale inferiore. Se è vero che un’opera cartografica non implica che un modesto impiego di danaro (qualche decina di miliardi suddivisi in pa recchi esercizi finanziari per la nuova cartografia di tutta l’Italia alla scala 1:10.000), tuttavia la decisione sull'esecuzione di un'opera cartografica è atto eminentemente politico, non solo per quello che coinvolge relativamente al coordinamento delle diverse esigenze, al superamento degli ostacoli burocratici provenienti dalle neces sità della segretezza militare, ma anche in quanto essa costituisce veramente una decisione tipicamente politica, l'acquisizione di un bene che viene messo a dispo sizione di tutti, uno di quei beni essenziali, poco appariscenti che stanno alla fonte di ogni sviluppo successivo, che sono così poco legati all'utile immediato che nessuna organizzazione privata potrà mai prenderli in considerazione. Intendo naturalmente qui parlare di quelle operazioni cartografiche su vasta scala che coinvolgono intere regioni.
Giungere alla decisione di fare una cartografia generale dell’Italia ad una scala adeguata alle necessità tecniche dello sviluppo attuale, è un atto politico estremamente qualificante.
E’ un atto politico perché, superando la visione settoriale e ristretta delle soluzioni limitate, mira al futuro costituendo le premesse perché esso sia più coordinato e più efficiente sul piano dello sviluppo.
Decidere oggi di fare Ia cartografia dell’Italia meridionale, per esempio, è come piantare un alberello. I frutti verranno in seguito, non subito, e saranno tanto migliori quanto più avremo pensato ad un’opera non limitata nella sua potenzia lità, ma l’'avremo impostata con ampiezza di vedute e con larghezza di mezzi.
I frutti di una cartografia a scala adeguata sono innumerevoli.
Se i politici vorranno ascoltare i tecnici che da questa tavola parleranno, po tranno averne un'idea assai generale e dettagliata. Essi vanno dall’urbanistica all'economia, dalla programmazione territoriale alla viabilità, all'agricoltura, al risanamento del territorio. Una carta tecnica alla scala adeguata diviene infatti il supporto di una serie di altre carte specifiche, le cosiddette carte tematiche, che innestano sul supporto metrico descrittivo del terreno le altre informazioni diversamente orientate.
Prima di dare la parola agli altri tecnici che esporranno i rispettivi punti di vista, i politici presenti accettino questa mia ulteriore segnalazione; non è una esortazione, ma una segnalazione che ha i suoi fondamenti nella storia e nella consapevolezza tecnica: la cartografia adeguata condiziona ogni altro svi luppo; se manca, ogni opera stagnerà, ogni progresso naufragherà nel ridi colo delle parole cui non corrispondono i fatti, non sarà più possibile alcuna pro grammazione efficiente, che non voglia cioè essere un exploit demagogico; per non restare fermi verrà allora sopperito alla carenza cartografica generale con equi voche soluzioni parziali, con surrogati tecnicamente inadeguati, che verranno a costare alla collettività, sia direttamente, come spreco, sia indirettamente, come opere mal costruite e mal sistemate, moltissimo.
Era compito, anzi dovere dei tecnici essere chiari su questo punto. Spero di esserlo stato.
Ora, chiamerei a parlare l'Ing. Rosario La Duca il quale tratterà i problemi cartografici relativi all'archeologia, ai monumenti e ad una carta del sottosuolo. 21