DETERMINAZIONE SPERIMENTALE DEL COEFFICIENTE DI RIFRAZIONE COMUNICAZIONE PRESENTATA AL XVII CONVEGNO NAZIONALE SIFET



Firenze, 28-31 ottobre 1972 Francesco Caruso

Continuando nel metodo, riscontrato didatticamente efficace, di interes sare gruppi di alunni volontari a problemi tecnici di reale interesse, l’Istituto «Da Vinci» di Trieste nel settembre scorso ha organizzato un gruppo di lavoro (Luciano Agapito, Giuseppe del Bono, Franca Filipputti, Roberto Fio riti, Giorgio Penco, Edoardo Sasco, Roberto Sasco, Fabrizio Sbisà e Claudio Sossi, già diplomato) a cui .ha affidato l’incarico di eseguire, con la guida e assistenza dell'ingegnere tecnico-pratico, osservazioni sistematiche per de terminare sperimentalmente il valore del cofficiente di rifrazione nella zona di Trieste e l’entità delle sue variazioni.

Il programma iniziale, piuttosto modesto, presentava tuttavia qualche difficolta.

Sì intendeva eseguire una serie di osservazioni reciproche lungo un intero arco diurno, dall'alba al tramonto, tra due vertici trigonometrici di posizione nota.

Le difficoltà da superare consistevano principalmente nella scelta dei vertici, che avessero orientamento e distanza opportuna e fossero sufficien temente accessibili; nella scelta della giornata; e soprattutto nell’addestra mento degli operatori, che dessero sicura garanzia di eseguire misure quanto era necessario. e Era stato preventivamente calcolato che, con distanza di 5 Km, occor reva la precisione di circa 6 secondi centesimali (2 sec. sessag.) su ciascuna misura zenitale, per ottenere valori del coefficiente di rifrazione con appros simazione di + 0,02.

E l’esperienza precedente, fatta a Pian Cavallo, aveva evidenziato come non fosse facile ottenere in campagna angoli zenitali con lo scarto quadratico medio richiesto, pur adoperando teodoliti che consentono la lettura del se condo centesimale, quali i teodoliti dell'Istituto destinati all'esperimento: un Wild T 2 ed un KERN DKM-A.

Dopo alcune ricognizioni e tentativi, la scelta dei vertici cadde su due trigonometrici dell’I.G.M. situati sull'altopiano carsico a circa 20 Km da Trieste, distanti tra loro poco meno di 5 chilometri; precisamente Monte Berciza e Monte San Leonardo, dei quali cortesemente l’I.G.M. fornì le coordinate. La distanza tra i vertici risultò di m. 4874,37.

Del gruppo di lavoro facevano parte alcuni ragazzi che avevano avuto occasione di cimentarsi neli’impiego dei teodoliti, durante il lavoro di Pian cavallo; epperò sia questi che gli altri, prima di andare in campagna, si (*) Istituto Tecnico «L. Da Vinci » - Trieste. 43






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Le misure degli angoli zenitali, ottenute come medie di 3 successive collimazioni, ciascuna effettuata nelle due posizioni coniugate del cannoc chiale, risultarono affette nella maggior parte dei casi da scarti quadratici medi dell'ordine dei 6” preventivati (talvolta però intorno a 10” o 15”). Si osservò poi che il coefficente di rifrazione subiva sensibili oscillazioni, intorno ad una curva media il cul andamento apparve abbastanza prossimo al dia gramma rappresentativo (e capovolto) delle temperature, che però erano state misurate soltanto in una stazione (M. Bercizza) e non in modo rigo rosamente sistematico.

Da queste considerazioni nacque il desiderio di confrontare meglio le variazioni del coefficiente di rifrazione con quelle della temperatura e si organizzò una nuova serie di misure che, questa volta, comprendesse anche la notte, quindi da tramonto a tramonto, il che avvenna dalla sera del 25 alla sera del 26 settembre in condizioni climatiche che non capitarono ideali; la temperatura durante la notte scese a 5 gradi, risultando piuttosto pungente perchè contemporaneamente si era levato un venticello di bora di 20-25 Km all'ora piuttosto fastidioso.

Ammirevole il sacrificio e la resistenza dei ragazzi che, pure in tali condizioni ambientali, hanno passato la notte sotto tenda con turni di servizio di tre ore, per eseguire con continuità e con accuratezza le misure zenitali richieste,

Ogni mezz'ora in ciascuna stazione oltre alle misure zenitali (che nella notte vennero fatte, ovviamente, con l’ausilio delle apposite apparecchiature luminose che sono a corredo dei teodoliti) sono stati registrati: temperatura misurata accuratamente con termometro a fionda, direzione ed intensità del vento, lo stato del cielo.

Il risultato delle misure, elaborate successivamente, è di un certo in teresse: 1. - Agli angoli zenitali, ottenuti come media di 3 osservazioni, si può attribuire uno scarto quadratico medio oscillante da 5 a 10 secondi cen tesimali. 2. - Il valore calcolato del coefficiente di rifrazione oscilla sensibil mente intorno ad una curva, che presenta un alto grado di parallelismo con la curva della temperatura media delle due stazioni, purchè disegnata in scala opportuna e con valori crescenti verso il basso. 3. - Le oscillazioni sopradette del coefficente K trovano quasi sempre riscontro in analoghe oscillazioni della curva della temperatura, che però risultano di più modesta entità. 4. - Il coefliciente di rifrazione durante il giorno si può considerare che sia variato da 0,25 all’alba a 0,11, valore raggiunto nel primo pomeriggio, per poi risalire a 0,20 al tramonto; durante la notte aveva raggiunto il valore di 0,28.

E’ apparso, allora, utile dare a queste ricerche un carattere sistematico e continuativo, ripetere cioè le osservazioni ancora in altre giornate (e notti) durante diversi periodi dell’anno. Da qui, la decisione di non considerare chiusa l’esperienza e la consegna ai giovani di perseverare.

Si esprime la convinzione e l’augurio che i giovani manterranno l’impegno. 47




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