RECENSIONI GEORG KRAUSS L’ORTOPROIEZIONE E IL SUO IMPIEGO NELLA NORD WESTFALIA



Le fotocarte sono sempre più d'attualità. Prendendo lo spunto dal « Sym posium » internazionale tenutosi a Parigi nell'ottobre ’71, il Prof. Georg Krauss di Bonn-Bad Godesberg espone, in « Mitteilungen der osterreichischen Geographischen Gesellschaft, Band 154, III, 1972 (Die Orthoprojektion und ihre Anwendung in Nordrhein-Westfalen) » il bilancio di tre anni di attività cartografica, basata unicamente sulla redazione di foitocarte, nella Regione della Westfalia e Renania del Nord.

Dopo una breve introduzione nella quale vengono esposti i ben noti prin cipî della ortoproiezione, o « raddrizzamento differenziale », come lo definisce lA. (cfr. le note del Prof. Ugo Bartorelli, nel « Bollettino » n. 1/1970), Krauss precisa come nel 1969 mancavano, nella Regione in esame, oltre 2800 fogli | della « Grundkarte » mentre per altri 7.050 era fornita la sola planimetria. | Un piano di sviluppo redatto allora, prevedeva di soddisfare il fabbisogno di circa tremila fogli in tre anni: non vi era pertanto altra possibilità, se non quella di ricorrere alla fotocarta. Naturalmente, aggiunge l’A., talì foto carte dovevano non solo essere inquadrate secondo le norme generali previste per la carta fondamentale tedesca, ma anche averne la precisione metrica relativa sia in quota come in planimetria.

Circa i dati di volo e di presa, Krauss ricorda che si decise di suddividere il «Land» in tre parti, a seconda dell'andamento morfologico-orografico del terreno. Nel 42% dei fogli erano rappresentati terreni con dislivelli minori di + 10 m: pertanto si ricorse a prese con camere da 30,23 in scala media di 1: 12.000. Il 37% circa dei fogli riguardava invece terreni con differenze di quota di -- 25 m ed oltre, e le prese vennero effettuate qui con camere da 15/23 alla scala media di 1:13.000 e con ricoprimento longitudinale del 90%.

Per la restituzione, i fogli del primo gruppo vennero ottenuti con semplice raddrizzamento; quelli del secondo videro il ricorso alla ortoproiezione. La parte restante, pari a circa il 21%, con dislivelli compresi fra + 10 e + 35 metri, venne ripresa e restituita o con raddrizzamento o con ortoproiezione a seconda degli elementi particolari presenti nel territorio cartografato.

Passando a descrivere la restituzione, l’A. dice che sia per il raddrizza 61




mento che per l’ortoproiezione i punti di appoggio — solo planimetrici n: primo caso, con l’attribuzione al: terreno pianeggiante di una quota med. costante — vennero determinati per triangolazione aerea (radiale o spazia. rispettivamente) ricorrendo per contro a determinazioni altimetriche terres:. solo nei casi in cui era richiesta una forte precisione nella restituzione de. l’altimetria (come preciseremo più avanti).

Il raddrizzamento venne effettuato col SEG V, partendo dal negativo or ginale; l’ortoproiezione si fece col G Z 1 e seguendo il metodo « off-line accumulando i profili delle scansioni sulle note lastre memorizzatrici.

Per la rappresentazione altimetrica, quando si dovette rispettare la pr: cisione richiesta dalle norme della « Grundkarte » [m, = + (0,24- 2 tanga)m i punti d'appoggio altimetrici vennero determinati con precisione di +4 5 cr e quindi, come detto più sopra, tramite operazioni a terra. Per i terrer pianeggianti, in questo caso vennero eseguiti voli con camere 15/23 alla sca. media di 1/8 000; mentre per altri più mossi vennero utilizzate le già idett. prese al 13 000. La restituzione altimetrica venne naturalmente effettuata co restitutori analogici.

Nei casi in cui si volle una precisione altimetrica minore di quella ste bilita per la « Grundkarte », si operò invece automaticamente, derivando . curve di livello direttamente dai profili avuti dall’ortoproiettore, utilizzand i punti d'appoggio ricavati dalla triangolazione aerea spaziale, aventi un. precisione in quota di -;- 35 cm. In questo caso però l'errore in quota per . curve di livello fu idi circa + 1 m.

La parte forse più interessante del lavoro del Prof. Krauss, è quell: che riguarda costi e tempi per la realizzazione delle fotocarte.

Nel caso del semplice raddrizzamento, i costi vennero stabiliti entr limiti che vanno da 280 a 760 DM per foglio, mentre 1 tempi variavano d. 0,8 a 3 giorni (tutte le operazioni comprese, naturalmente, sino alla riprod. zione della carta). Per la orioproiezione i costi vanno da 1890 a 5090 DI con tempi variabili da 5,5 a 17,5 giorni per foglio completo. In questo cas. i limiti superiori valgono per le carte con altimetria ricavata stereografice mente (per la quale operazione occorrono rispettivamente 4 gg e 1600 DM oltre all’incidenza delle operazioni terrestri (5 gg e 1500 DM), il che pori. il totale di queste due fasi a 9 gg e 3 100 DM: ciò spiega il livello relativa mente elevato in fatto di tempo e costi monetari.

L'ultima parte dell’articolo enumera le Amministrazioni e gli Enti ch: si sono precipitati a richiedere, al « Landesvermessungsamt » interessato le copie originali delle fotocarte, da usare per i loro proprî scopi istituzional: Fra questi ricordiamo in primo luogo l’Amministrazione stradale, che st: allestendo una « banca dei dati stradali » da usare come ‘base per la pianit cazione delle nuove vie; poi citeremo gli uffici regionali urbanistici, quel. per la ricomposizione fondiaria, l’amministrazione forestale (alla quale no sembra vero di poter disporre di carte ove sono già visibili, senza lavoro < terra, i limiti delle zone boschive con possibilità di determinare immediata. mente le densità e l’età media degli alberi, la loro altezza media, le varie essenze legnose eccetera) e, last but not least, i geologi che pare lavorinc assai meglio sulle fotocarte che non su quelle a tratto.

Esposti i vantaggi forniti dalla tecnica del raddrizzamento differenziale cioè dalla ortoproiezione, in rapporto alla possibilità di aggiornare le carte esistenti, od a quella di provvedere all'allestimento di una cartografia atten 62




dibile in breve tempo, laddove non ne esista alcuna, l’A. ricorda poi che per la loro stessa natura e derivazione automatica le ortocarte rappresentano un vero e proprio « inventario analogico » del terreno. Digitalizzare tale in ventario, anche ai fini più diversi, e cartografarlo automaticamente sotto forma tematica od altrimenti, risulta pertanto molto facile ed economico.

Il Prof. Krauss conclude riconoscendo che l’esperienza delle fotocarte, pur esaltante, è ancora del tutto nuova nella sua Regione (e quindi anche in Germania). Tale esperienza ha comunque permesso di preparare, in 2,5 anni, 2 400 fogli degli 8 600 costituenti la carta fondamentale di quel Land; ha suscitato tale scalpore che, nonostante molte ditte private sostenessero e coadiuvassero l'Ufficio Topografico regionale, non si poté soddisfare tutte le richieste dei varî enti, nemmeno quando alcuni di questi si offersero di prendere a carico proprio le spese di allestimento del materiale che loro occorreva. Pertanto, conclude l’A., si possono stabilire sin d'ora quali siano i vantaggi di una fotocarta: 1 - la rapida ed economica formazione della carta stessa; 2 - la particolare espressività qualitativa, unita alla possibilità di uti lizzarla per gli scopi più disparati; 3 - la assoluta « attualità » della rappresentazione.

Passando di colpo dal generale al particolare, vale la pena di ricordare qui l’articolo « Ortophotos zur Gleitscherkartierung » di Rudiger Finster walder (Bildmessung und Luftbildwesen, 3/72). L'A. espone qui con ricchezza di dati l’esito di un esperimento condotto nell’inverno 1969, nell’ambito della « Internationale Hydrologische Dekade », con una ripresa dì tutte le regioni ghiacciate dell'Austria. Ciò ebbe lo scopo di inventariare le acque d'alta mon tagna e di gettare le basi per un catasto dei ghiacciai austriaci.

La superficie fotografata è dell'ordine di 1000 Km?°, e per la restituzione sì presentavano due possibilità: stereorestituzione con carta a tratto mono colore, oppure ortofoto. Per fare un « test » su di questa seconda via, si scelse il ghiacciaio di Vernagtferner, nelle « Oetztaler Alpen », facendo prese da 7000 metri di quota assoluta. La restituzione venne eseguita con Plani graph G Z 1 presso il Politecnico di Stoccarda con larghezza delle strisce di 4 mm e fessura da 1 mm; velocità di scansione 3,3 mm/sec.

Dopo aver presentato numerose tabelle con dati riassuntivi, l’A. conclude affermando che sia dal punto di vista teorico come da quello pratico, l’espe rimento mostra che l’uso dell’ortofoto iper la cartografia a grande scala (nell'esempio, 1: 10 000) dei ghiacciai ha senza ombra di dubbio successo. (ATTILIO SELVINI) 63