Dai rilievi topografici e dalle statistiche socio-economiche ai sistemi informativi territoriali (**) Marco Guastella (*)
Sommario
Rilevata la necessità di nuove metodologie per la conoscenza dell'ambiente urbano (nei suoi aspetti fisici e socio-economici) si evidenzia un certo paralle lismo nel dibattito culturale in corso in campo topografico-cartografico e in campo statistico. Si propone quindi un approccio conoscitivo integrato che conduca alla formazione di sistemi informativi territoriali i quali, riconoscendo le strette interdipendenze esistenti nelle città tra aspetti fisici e aspetti socio-econotrici, costituiscano modelli pluridimensionali della realtà urbana, una realtà conosciuta pertanto non separatamente nelle sue componenti geometriche, demografiche, so ciali, ecc., bensì globalmente, istituendo relazioni tra variabili diverse, ciascuna corrispondente ad un asse coordinato dell’iperspazio. Attribuendo, in questa ot tica, un nuovo significato alla cartografia tradizionale ed alla analisi fotointer pretativa, si riferisce sulle applicazioni sperimentali su cui lavorano i ricercatori del Laboratorio di Fotourbanistica della Facoltà di Architettura di Palermo. 1. - « Un tempo, il rapporto tra uomo ed ambiente avveniva in modo diretto, con modalità usuali e con l’impiego di mezzi tradizionali, lungamente sperimen tati. Gli spostamenti della popolazione e le modificazioni delle attività umane pote vano considerarsi trascurabili o di limitato effetto sull'ambiente. L'agricoltura rappresentava praticamente l’unica forma di utilizzazione dello spazio e delle risorse territoriali e si esplicava nella consuetudine di modesti mezzi e di metodi tradi zionali e in una conoscenza particolareggiata dell'ambiente tramandata di padre in figlio.
Oggi le aree urbane ed industriali — ed i relativi servizi — si espandono rapidamente, e disordinatamente, nello spazio rurale e la utilizzazione delle risorse (*) Università di Palermo - Facoltà di Architettura - Istituto di Urbanistica e Pianifi cazione territoriale, (**) Ricerca C.N.R. - CT. 77.01853.07 - Relazione presentata al XXIII Convegno Nazio nale SIFET (Ancona 18-22 Settembre 1978). 29
del territorio non si attua più nel solo stretto ambito agricolo » (1).
Nella citazione precedente, che introduce il tema oggetto della presente rela zione, si ritrovano, sintetizzati in poche battute, alcuni tra i più importanti pro blemi connessi alla moderna conoscenza dell'ambiente, fisico e non.
Si possono individuare, in particolare, due problemi fondamentali. Il primo è relativo al tramonto della « conoscenza particolareggiata dell'ambiente traman data di padre in figlio », tramonto causato: a) dai fenomeni migratori, cioè dall’allentamento del legame di permanenza del l'individuo rispetto ai gruppi sociali (famiglia, comunità locale, ecc.) e rispetto al territorio; b) dalla esplosione della pluralità dei ruoli e della specializzazione, con la conse guente crescita dei fenomeni della mobilità sociale e professionale (i figli non fanno più il mestiere dei padri, e lo stesso individuo cambia, nel corso della sua vita, la propria attività) e della necessità da parte delle comunità insediate di affidare a persone esterne incarichi specialistici non assolvibili da parte di propri membri; i c) dall'aumento delle informazioni provenienti dalla scuola e. dai mass-media, che mentre provoca un enorme allargamento della conoscenza di fenomeni ge nerali e lontani, collateralmente induce ad un minore approfondimento della conoscenza del proprio specifico intorno ambientale; d) dalla rapidità delle trasformazioni sia dell'ambiente sia degli strumenti di intervento su di esso (ivi comprese le tecnologie agricole).
Questi fenomeni hanno indotto (ormai da alcuni anni ma il processo è ancora in cotso) a reimpostare su basi non approssimative, ma rigorosamente scientifiche, la conoscenza dell’ambiente fisico (il territorio, con le sue caratteristiche morfo logiche, geologiche, pedologiche, climatologiche, ecc.; i materiali da costruzione; la biologia degli animali e delle piante; ecc.). E in questa opera di rifondazione delle conoscenze, un ruolo assai rilevante hanno svolto, e possono continuare a svolcere, la topografia e la fotogrammetria, per ciò che riguarda sia il rilievo morfologico del territorio, sia il supporto fotogrammetrico e metodologico for nito all’analisi fotointerpretativa compiuta dagli studiosi di scienze geologiche, agrarie, forestali, ecc.
Il secondo problema fondamentale della moderna conoscenza dell’ambiente, fisico e non, è relativo alla esplosione del fenomeno della urbanizzazione, stretta mente connesso per altro ai fenomeni prima ricordati a proposito del tramonto della conoscenza tradizionale.
L’elevata concentrazione di popolazione in ambiti territoriali ristretti, le città, (1) U. Bagnaresi - I/ riassetto fisico e colturale dei terreni collinari e montani nella pro grammazione territoriale, in Proposte per una metodologia di base per la formazione dei piani comprensoriali (MB-1), a cura dell'Assessorato Agricoltura e Foreste e dell'Ufficio di coordinamento della programmazione e pianificazione della Regione l Emilia-Romagna, Bologna, gennaio 1975. ! 30
entro cui si sviluppano organismi sociali estremamente complessi, e la rapidità con cui sono avvenuti ed avvengono i fenomeni di forinazione e di trasforma zione di tali agglomerati, hanno posto il problema della conoscenza di un tipo di ambiente, l’ambiente urbano, che comprende parti sempre più grandi del ter ritorio e della popolazione insediata.
In epoca preindustriale (ed ancora oggi nei centri in equilibrio demografico e sociale) i centri abitati, proprio per la costante e collettiva presenza dell’uomo, costituivano la parte del territorio meglio conosciuta. Oggi, e soprattutto nelle grandi città in espansione, non è più così. Tale costatazione, oggetto in passato della attenzione di studiosi di sociologia urbana, risalta oggi perfino dalle notizie di cronaca, secondo le quali banditi e guerriglieri preferiscono agli antichi rifugi . ? . . " . 5 . 5 . 5 . 5 di montagna i nuovi covi del centro cittadino. Le città sono sconosciute, sfuggono al controllo della società che in ciascuna di esse vive.
Non è questa la sede per esaminare le cause e le conseguenze d’ordine socio logico e psicologico di questa situazione (controllo sociale e libertà, alienazione ed anomia, nevrosi e disgregazione sociale) e si può solo accennare a talune conse guenze d’ordine ecologico ed ecomomico (inquinamento, abusivismo, diseconomie esterne).
Pur non dimenticando le implicazioni extradisciplinari, pare questa la sede per discutere specificamente delle tecniche e dei metodi per la acquisizione e la gestione delle informazioni che consentano di conoscere le città, nei loro aspetti fisici, nei loro aspetti sociali, e nelle interazioni tra i primi e i secondi; e in questa > 3 . > direzione poca strada è stata percotsa, in particolare nel nostro Paese. In questa direzione un contributo vuole essere dato attraverso le ricerche che si vanno con ducendo presso il Laboratorio di Fotourbanistica della Facoltà di Architettura di Palermo (2). 2. - Si è fatta una distinzione tra aspetti fisici (ma forse meglio sarebbe dire soltanto geometrici) e aspetti sociali (ed anche demografici, economici) della (2) S. Prescia - La cartografia tecnica e le nuove metodologie di progettazione urbanistica, « Bollettino della Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia », n. 1/1976.
S. Prescia - Su una metodologia per lo studio e l’analisi dei centri storici con l’impiego dello strumento aerofotogrammetrico, « Bollettino della Società Italiana di Fotogram metria e Topografia », n. 1/1977.
Atti del convegno: Per una « nuova conoscenza » del territorio, a cura della Cattedra | di Topografia e Cartografia dell’Università di Palermo, Palermo, 24 giugno 1977, in particolare per le seguenti relazioni: o
S. Prescia - Proposte per una «nuova conoscenza» del territorio extraurbano ed urbano, anche a fini progettuali. l i
M. Guastella - Proposta di codifica di dati territoriali del Centro Storico di Palermo, acquisiti mediante analisi fotointerpretativa. i on.
V. Scordato - Contributo alla formazione di carte tecmiche finalizzate per l'analisi dei centri storici. i
S. Prescia - Contributo dello strumento aerofotogrammetrico per una «nuova cono scenza» del Centro Storico di Palermo, « Bollettino della Società Italiana di Foto erammetria e Topografia », n. 3/1978. i
S. Prescia - Quale carta fecnica per i centri stonici? Il Centro Storico di Palermo, comunicazione presentata al XXIII Convegno Nazionale S.I.F.E.T., Ancona-Numana 18-22 settembre 1978.
realtà urbana, perché, sia pure con gli ampi margini di approssimazione e convenzionalità propri di ogni classificazione (come anche della distinzione tra ambienteurbano e ambiente rurale), il rilievo dei primi rientra tradizionalmente tra lecompetenze dei topografi, mentre il rilievo dei secondi rientra tradizionalmentetra le competenze degli statistici.Bisogna tuttavia riconoscere che una parte dei problemi che ciascuno dei duegruppi disciplinari si trova ad affrontare trova un riscontro in problemi analoghipropri dell’altro gruppo (vi è un certo parallelismo nel dibattito culturale in corsonel campo della topografia e nel campo della statistica), e bisogna riconoscereanche che tra aspetti fisici e aspetti sociali si instaurano di fatto interazioni chevanno studiate insieme, da topografi e' statistici, ciascuno nella propria specificitàdisciplinare, ma con ampia apertura pluridisciplinate, che coinvolga anche gliutilizzatori dei rilievi (progettisti ed urbanisti, sociologi ed economisti, forze politiche e sociali, pubblica amministrazione, comunità di base, ecc.).Ritorniamo al parallelismo cui prima si accennava tra alcuni dei problemidibattuti dai topografi e alcuni dei problemi dibattuti dagli statistici. I primihanno costatato, ormai da alcuni anni, l’insufficienza, per molteplici applicazioni,della cartografia in scala 1:25 000, orientandosi verso la realizzazione, su baseregionale, di una cartografia tecnica (scala 1:10 000 o 1:5 000) destinata a ricoprire l’intero territorio nazionale. In tale opera, l’Istituto che sovrintende, alivello nazionale, alla produzione cartografica (YI.G.M.) svolge un ruolo di importanza certamente inferiore a quella del ruolo svolto per la realizzazione dellacartografia topografica (scale 1:25 000, 1:50 000, ecc.). Inoltre, i grandi comuni,e non solo questi, tendono a dotatsi di una cartografia in scala 1:2 000, 1:1000 eperfino, almeno per le zone centrali della città, 1:500 (3).Parallelamente, ma probabilmente ignorando quanto avviene in campo cartografico, gli statistici costatano l’insufficienza dell’attuale conoscenza statistica, riferita a circoscrizioni territoriali troppo ampie, e avvertono l’esigenza « di soddisfare una crescente domanda di informazione locale », sia attraverso «la disaggregazione territoriale della statistica prodotta sulla base di una programmazionenazionale » sia attraverso la produzione di « un’informazione quantitativa (e talvolta anche qualitativa) che riguardi realtà specifiche, spesso fortemente difterenziate territorialmente come sono nel nostro paese » (4). Si richiede quindi unaarticolazione delle statistiche a livello regionale, comprensoriale, comunale, subcomunale; e tale articolazione comporta, come conseguenza, la ridefinizione del ruolodell’ISTAT, cioè dell’Istituto che sovrintende, a livello nazionale, alla produzionestatistica, e praticamente ne detiene, allo stato attuale, il monopolio.Anche se i topografi, sul piano realizzativo, sono pervenuti ad uno stadiopiù avanzato, l’analogia tra le due situazioni è evidente. Ancor più si riconoscela sostanziale unità del problema auando si ricordi che la formazione delle cartetecniche ha ricevuto un fotte impulso a pattire dalla istituzione dell’ente regione;analogamente la spinta alla efficiente articolazione delle statistiche a livello localeè divenuta consistente a partire dallo stesso evento, oltre che a partite dallalegge sul decentramento amministrativo (L. 22 luglio 1975, n. 382) con il rela.(3) S. Prescia - Quale carta tecnica per i centri storici? Il Centro Storico di Palermo, cit..(4) L. Pieraccioni - Le wecessità conoscitive statistiche dell’ente intermedio, in Sistemastatistico e Stato delle autonomie, « Città & Regione », n. 4/1978.32
tivo decreto di attuazione (D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616). Ulteriore spinta hanno dato (o daranno quando saranno pienamente operanti) le istituzioni delle circoscri zioni urbane, dei distretti scolastici, delle unità sanitarie locali, delle comunità montane, dei comprensori, e di altri strumenti di partecipazione popolare; anche la redazione dei programmi pluriennali di attuazione previsti dalla legge 28 gen naio 1977, n. 10, richiede dettagliate conoscenze topografiche e socio-econo miche (5). infine, sia i cartografi che gli statistici devono affrontare il problema dell’ag giornamento, cioè del rapporto tra la rapidità delle trasformazioni e i tempi inter correnti tra il rilievo e la divulgazione delle informazioni e tra un rilievo e il successivo; e devono affrontare il problema del coordinamento tra i rilievi effet tuati nell’ambito di enti territoriali diversi. 3. - Il riconoscimento dell’analogia tra la situazione della cartografia e quella della statistica ufficiale in Italia, così come il riconoscimento dell’unità concettuale delle due problematiche, e della derivazione da una comune domanda sociale, po trebbero apparire come puro esercizio accademico se non si rilevassero le profonde interconnessioni esistenti (soprattutto a livello urbano, che è quello cui ci si rife risce in modo particolare) tra rilievo geometrico e rilievo socio-economico.
Va innanzi tutto osservato che il rilievo geometrico di un ambiente urbano consiste quasi totalmente nel rilievo di manufatti (edifici, strade, impianti tecno logici, giardini ecc.), ed essi già nella motfologia risentono in modo considerevole (assai più dell'ambiente rurale, che pure ne risente) delle stratificazioni storiche degli organismi sociali che li hanno costruiti e che ne hanno successivamente fruito; e le linee geometriche rappresentano solo uno degli aspetti della conoscenza del. l’ambiente fisico delle città, e a volte neanche il più importante: bisogna tenere conto infatti anche del colore, dei materiali impiegati nella costruzione, dello stato di conservazione, ecc., tutti elementi strettamente connessi all’uso, cioè al rapporto tra il manufatto e il gruppo sociale che ne fruisce.
Bisogna tenere poi conto del fatto che la cartografia tradizionale rappresenta su un piano (il foglio), non già porzioni di spazio, bensì porzioni di superfici generalmente non piane. Nella rappresentazione dell'ambiente urbano, invece, nasce, o almeno assume importanza assai rilevante, il problema della sovrappo sizione dei piani degli edifici, dell’esistenza di manufatti sotterranei, della pre senza di superfici verticali (i prospetti); e, in dipendenza della scala, nasce il problema della rappresentazione planimetrica degli aggetti, dei dettagli, delle mo danature, tutti elementi la cui rilevanza, e conseguentemente la opportunità della rappresentazione, deriva non soltanto dalla propria estensione geometrica, ma anche dall’uso cui sono destinati e dall’inttinseco valore artistico.
Il confine tra il rilievo cartografico e il rilievo architettonico si fa dunque sfumato, proprio in quanto l’ambiente urbano (a differenza dell'ambiente rurale che pure può comprendere manufatti isolati) costituisce, anche nel suo insieme, una architettura. (5) M. Ghio - I sistemi informativi di supporto alla formazione di programmi poliennali di attuazione, in Il programma noliennale di attuazione previsto dalla legge 10, a cura dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, Edizioni delle autonomie, Roma, 1978. 33
La rappresentazione cartografica dà pertanto un’immagine dell’ambiente urbano estremamente limitata ed insoddisfacente, di gran lunga più insoddisfacentedell'immagine che essa dà dell'ambiente extraurbano, pur se questo è punteggiatoqua e là da opere dell’uomo. Ciò non vuol dire tuttavia che una buona cartografianon sia utile; essa al contrario può avere una funzione di estrema rilevanza comesupporto di ulteriori informazioni, anche di ulteriori informazioni geometriche;pur se il rillevo di queste è ancora compito del topograto e del fotogrammetra (sipensi ad esempio agli importanti studi di fotogrammetria terrestre applicata alrilievo dei prospetti di edifici e dei monumenti (6), si presenta tuttavia il problema del coordinamento di rilievi effettuati fino ad ora indipendentemente l’unodall’altro (cartografia regionale o comunale, rilievi predisposti dalle Soprintendenze, planimetrie catastali, archivi degli assessorati comunali preposti all’attività edilizia ed ai lavori pubblici, ecc.).E una buona cartografia, in scala opportuna, soprattutto se integrata dagliulteriori rilievi geometrici di cui si è detto, rappresenta il supporto indispensabileper una conoscenza dei caratteri demografici, economici, sociali.La disaggregazione dei dati statistici, infatti, richiede, tra l’altro, la esattaindividuazione degli ambiti spaziali costituenti le unità elementari cui riferire idati rilevati; la scelta di un metodo di suddivisione dello spazio tra i tanti possibili, non è certamente indifferente né rispetto ai fini che si intendono raggiungere, né rispetto ai metodi di rilevamento e agli esiti di esso (si pensi ad esempioalla possibilità di evitare l’uso generalizzato di attributi prevalenti e di valorimedi, a vantaggio di analisi le quali per il fatto di essere riferite ad unità omogeneerispetto alle caratteristiche osservate possono essere più precise e puntuali).Si pensi poi alla grande importanza che hanno nelle statistiche socio-economiche gli indici, e, tra questi, gli indici di densità, che istituiscono un rapportotra entità demografiche, sociali, ecc., ed entità geometriche (es.: ab./ha., mc./ab.,ecc.); perché tali rapporti abbiano un senso preciso è necessario che i valori delnumeratore e del denominatore si corrispondano effettivamente (spesso invece,per esempio, si istituiscono rapporti tra rilievi diacronici, a causa della mancanzadi rilievi sincronici).Si pensi infine alle strette connessioni esistenti tra configurazione geometrica dell'ambiente urbano (considerata dinamicamente, nel suo processo di trasformazione) ed economia urbana (rendita fondiaria, industria edilizia, mercatodelle aree, mercato degli affitti, ecc.).4. - Al coordinamento tra rilievi relativi a caratteristiche diverse, fisiche esocio-economiche, riferite ad uno stesso ambito spaziale ed alle sue patti (la conoscenza delle diversità tra le parti può far comprendere le interazioni tra queste,e quindi il funzionamento del tutto, del sistema o sub-sistema territoriale) può. (6) L. Baldini Giusti - F. Facchinetti Bottai - W. Fetti - La catalogazione dei centristorici: esperienze fotogrammetriche a Firenze nel 1977, «Bollettino della SocietàItaliana di Fotogrammetria e Topografia », n. 2/1978.W. Ferri - S. Prescia - Sul progetto per il rilevamento di un bene architettonico.Il Duomo di Cefalù: rilievo topografico-fotogrammetrico finalizzato alla progettazione del restauro, «Bollettino della Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia », n. 2/1978.34
essere attribuito un valore economico, in quanto esso può evitate la ripetizione, entro ambiti disciplinari e istituzionali diversi, di rilievi analoghi, e soprattutto in quanto può consentire conoscenze derivate da elaborazioni incrociate di dati grezzi di diversa provenienza. Il coordinamento di rilievi diversi può far sì che questi non si sommino uno all’altro, ma si moltiplichino tra loro, facendo com piere un salto di qualità all’insieme della conoscenza dell’ambiente.
Condizione necessaria perché questo salto di qualità si verifichi, è che il coor dinamento si basi sulla convinzione fondamentale che la realtà va conosciuta non nello spazio tradizionale, tridimensionale, ma nell’iperspazio, lo spazio pluridimen sionale, riconoscendo la stretta relazione, i legami intercorrenti tra tutte le coordi nate: le tre coordinate topografiche tradizionali, le altre coordinate fisiche (mate | riali, stato di conservazione, ecc.), la coordinata temporale, le coordinate socio economiche, culturali, artistiche, ecc.
In questa ottica, le carte topografiche, le carte tecniche, le carte tematiche, così come i grafici e le tabelle statistiche, sono da riguardare come sezioni, 0, secondo i casi, come proiezioni, della realtà ambientale pluridimensionale, su un | piano o su un subspazio a tre o più dimensioni; ad esempio, una carta tematica, pur se graficizzata su un piano (spazio bidimensionale), riesce in qualche modo a rappresentare anche una o più altre coordinate corrispondenti al tema o ai temi sviluppati: essa può essere considerata pertanto una proiezione su un subspazio a . tre o più dimensioni.
La principale differenza tra la rappresentazione di un ambiente urbano e la ‘rappresentazione di un ambiente prevalentemente rurale, sta nel fatto che, nella seconda, la ‘proiezione nello spazio topografico (e quindi la cartografia tradizio | nale) è estremamente significativa ed esauriente di per sé sola; nella prima, invece, . la stessa proiezione, pur sempre utile ed indispensabile, diviene realmente signi .ficativa solo se accompagnata da altre proiezioni; cioè, più che un valore auto nomo, ha valore in quanto rappresentazione (una tra le tante), parziale ma perce pibile, di una realtà. complessa ma non immediatamente percepibile nella sua globalità. È da ritenere in definitiva che le rappresentazioni tradizionali (cartografia, ' grafici e tabelle statistiche) svolgono comunque un importante ruolo, in quanto comunicazioni immediatamente percepibili. Tuttavia, saranno tanto più valide, come strumento di conoscenza della realtà, quanto più sapranno essere non rap presentazioni in sé concluse, ma proiezioni (o sezioni) di una rappresentazione ben ‘più completa della realtà. °_—Una rappresentazione pluridimensionale della realtà, certo non esaustiva ri spetto alla-estrema complessità del reale, e tuttavia di gran lunga più varia, per la pluralità degli aspetti trattati e più significativa, per le interazioni che permette di esplorare, rispetto alla rappresentazione grafica, può essere ottenuta utilizzando gli elaboratori elettronici e le memorie magnetiche ad essi associate, costituendo cioè basi di dati (alfabetici, numerici, simbolici) secondo le moderne metodologie informatiche. . Tale descrizione, non direttamente percepibile nella sua globalità, può tutta via costituire il modello della realtà da cui trarre, di volta in volta e secondo le finalità specifiche, le sezioni e le proiezioni interessanti, facilmente percepibili.
Già ora, anche in Italia, presso le amministrazioni locali più efficienti, si va verso la organizzazione di sistemi informativi i quali, mentre raccolgono dati di 35
| varia nrovenienza, si pongono come punto di riferimento per i rilievi futuri; ci si riferisce in particolare alle esperienze della Regione Emilia-Romagna (7), del Co mune di Milano (8) e di altri enti locali; ulteriori esperienze condotte altrove, tuttavia, dovranno considerare le realizzazioni precedenti non come modelli da co piare, ma come esperienze preliminari, punti di partenza, da cui trarre spunto per compiere ulteriori passi in avanti. Anche la progressiva meccanizzazione o auto mazione di numerosi servizi di settore (anagrafe tributaria e servizi finanziari, Catasto, ecc.) e la disponibilità di telerilevazioni, possono costituire efficaci con tributi nella direzione auspicata; purché, tuttavia, essi procedano in un'ottica di coordinamento intersettoriale.
E non bisogna sottovalutare i rischi che le operazioni prima descritte presentano: dalla « distorsione consumistica (lo spreco informatico «è stato detto) di un bisogno reale » (9) a talune difficoltà che possono sorgere nel rapporto tra sistemi informativi e partecipazione democratica, alla mitizzazione dell’elaboratore elettronico: « miti positivi (l’elaboratore-demiurgo) o negativi (l’elaboratore-agente dell’imperialismo) » (10).
In questa opera di rifondazione dei modi di conoscenza, e quindi delle meto dologie di rilievo della realtà (dell'ambiente urbano, per la maggiore urgenza, ma non solo dell'ambiente urbano) il contributo della topografia, della cartografia, della fotogrammetria, è essenziale, imprescindibile. È da ritenere che questo sia senz'altro uno dei compiti principali dei topografi di domani. È certamente un’ope- | ra a lunga scadenza, ma già fin d’ora, nel lavoro di affinamento e di approfon dimento delle metodologie tradizionali, nel necessario lavoro di breve e di medio periodo, è bene tenere un occhio, un occhio della mente, aperto su ciò che il futuro, forse neanche troppo lontano, ci riserva e ci richiede. 5. - In questa ottica si muove il lavoro di fotointerpretazione che, nell’am bito di una più vasta ricerca, si va conducendo a Palermo, presso il Laboratorio di Fotourbanistica della Facoltà di Architettura.
Il territorio oggetto dell'indagine è costituito dal Centro antico della città di Palermo. Il lavoro ha finalità eminentemente sperimentali e metodologiche; il territorio in esame, infatti, pur presentando una sostanziale unità morfologica ed urbanistica, non costituisce un sistema autonomo ma fa parte del sistema urbano costituito dall’intera area metropolitana.
I modelli stereoscopici e i fotogrammi singoli, risultanti da voli a bassa quota con pellicole a colori, costituiscono certamente una delle proiezioni della realtà pluridimensionale maggiormente polivalente. Alla netta percezione degli (7) Regione Emilia-Romagna, Proposte per una metodologia di base per la formazione dei piani comprensoriali (MB-1), cit. À (8) R. Galetto - P. Ravarino - G. Verga - La Banca dei Dati Urbani e la Produzione delle Carte Tematiche. Una realizzazione pratica applicata al territorio del Comune di Milano, « Bollettino di Geodesia e Scienze affini », n. 1/1977. R. Galetto - Per una «nuova conoscenza» dei fatti territoriali, anche a fini ammi | nistrativi e gestionali, in Atti del convegno: Per una «nuova conoscenza» del territorio, cit. (9) G. Bianchi - Informazione economico-sociale e riforma dell'ordinamento statistico, in Sistema statistico e Stato delle autonomie. cit. (10) G. Bianchi - op, cit. | 36
elementi geometrici tridimensionali, si associa la possibilità, affinando ove necessario i metodi fotointerpretativi, di rilevare altri caratteri fisici (colore degli esterni, tipologie e materiali impiegati nelle coperture, nelle pavimentazioni stradalie nei prospetti visibili, stato di conservazione degli edifici, ecc.) e caratteri antropici (situazione del traffico veicolare e pedonale, fruizione degli spazi liberi, inalcuni casi anche destinazione ed intensità d’uso degli edifici, epoca di costruzione, ecc.).Su tale tema, in questa sede, importa soprattutto accennare a taluni problemi affrontati che si connettono strettamente alla tematica precedentementediscussa.Uno di tali problemi è costituito dalla individuazione delle unità elementaricui riferire i dati rilevati. Tale problema è scomponibile in due subproblemi: unorelativo alla metodologia di suddivisione del territorio, dal livello di massimaaggregazione (l’intero Centro antico), attraverso i livelli intermedi, fino al livellodi massima disaggregazione (l’unità elementare); l’altro relativo al grado di disaggregazione raggiungibile. Questo secondo subproblema è di risoluzione relativamente semplice, poiché, pur non essendo indifferente alla soluzione del primo,dipende in misura prevalente dai dettagli rilevabili, e quindi, in definitiva, dallascala media dei fotogrammi e dalla qualità del rilievo aerofotogrammetrico.La soluzione del primo sub-problema si scontra invece con le esigenze contrastanti richiedenti alternativamente o il riferimento ad un reticolo geometricoregolare predeterminato, o l'adeguamento sul tessuto edilizio reale, definito prevalentemente dalla rete stradale, irregolare. Nella fase attuale della ricerca (11) sipropende per la seconda soluzione, la quale presenta il vantaggio che alle unitàspaziali così individuate possono essere riferiti agevolmente, oltre che dati relativia caratteri fisici, anche dati relativi a caratteri demografici e socio-economici, iquali possono essere considerati localizzati non per un inesistente rapporto conuno spazio astratto, bensì per il rapporto concreto con lo spazio definito dallestrutture edilizie, dai manufatti.Anche tenendo conto delle specificità proprie dei centri antichi, e di quellodi Palermo in particolare (maggiore irregolarità della trama viaria, a Palermo diprevalente impianto arabo), specificità che accentuano la differenza tra le due soluzioni ipotizzate, il vantaggio descritto per la soluzione prescelta è stato ritenutodecisivo e prevalente rispetto ad altre osservazioni di senso opposto. si pensiper esempio al fatto che la prospettiva del risanamento (prospettiva che tra Paltro è strettamente connessa alla opportunità della specificazione territoriale dellaricerca in corso) induce a considerare la trama viaria del Centro antico moltomeno invariante, rispetto al tempo, della analoga trama delle parti della città dicostruzione recente, le quali, pur potendo subire demolizioni e ricostruzioni insingoli isolati, possono essere ritenute esenti, nel breve e nel medio periodo, datrasformazioni più radicali; inoltre, la stratificazione storica, in spazi compenetrantesi, di tipologie edilizie, di materiali da costruzione, di stili architettonici, dirifacimenti, di modi e di intensità d’uso diversi, comporta un’estrema difficoltànella individuazione di parti di spazio le quali, per quanto piccole, possano essereconsiderate omogenee.(11) M. Guastella - op. cit.d/
Nel raggruppare le unità elementari in aggregati più vasti, si è tenuto conto, oltre che delle omogeneità riscontrate, anche dei condizionamenti costituiti dai rilievi statistici disponibili; ed in particolare delle sezioni di censimento, cioè delle O | aree minime per le quali sono disponibili dati rilevati nei censimenti generali della popolazione, dati che, per vari .motivi, non possono essere divulgati con un | grado di disaggregazione troppo spinto. Supponendo lentamente variabili i carat teri geometrici, e conseguentemente supponendo sincronici il rilievo aerofoto grammetrico e il rilievo censimentale, che pure differiscono di alcunni anni, dalla analisi comparata degli esiti dell’analisi fotointerpretativa e della restituzione cartografica con la elaborazione dei dati demografici (12), possono essere ottenute preziose indicazioni per la conoscenza del territorio studiato. ° Un aspetto particolarmente delicato nell’analisi fotointerpretativa e nella con seguente fase della raccolta dei dati rilevati, riguarda le sedi stradali. Ad esse va attribuita una importanza assai maggiore di quanto non si faccia a volte, quando | le si considera semplici elementi lineari di separazione tra gli isolati.
La rilevanza dell’uso di esse, sia come aree per la circolazione, sia come spazi sociali di relazione, sia, a volte, come sedi di mercati all’aperto o come surrogato degli inesistenti spazi per il gioco dei bambini; l’importanza che esse, specialmente nella città antica, assumono negli studi di morfologia urbana e di storia della città (fenomeno della persistenza nei secoli della trama viaria); la rilevanza degli impianti tecnologici che ad esse sovente si accompagnano; l’im portante rapporto che con esse instaurano le botteghe commerciali e artigiane; tutte queste osservazioni inducono ad analizzare la città secondo due meto dologie distinte e complementari: una orientata sugli isolati, gli spazi liberi, gli edifici e le parti di essi; l’altra orientata sugli elementi lineari (strade soprattutto, ma anche linee ferrate, canali, ecc.) con i relativi tronchi, i nodi, l’edilizia che li fiancheggia.
Anche i dati ricavabili dalla fotointerpretazione relativa alle sedi stradali, possono essere messi in relazione con dati rilevati prevalentemente con metodi statistici; ci si riferisce in particolare agli studi sul traffico veicolare (indagini O-D, indici di motorizzazione, composizione dei flussi, ecc.) e, in generale, sulla mobilità.
Un ulteriore problema, su cui tuttavia non ci si sofferma, riguarda l’op ‘ portunità di effettuare il rilievo aerofotogrammetrico da utilizzare per la fotoin tetpretazione su un’area urbana, seguendo criteri progettuali ben precisi. 6. - In definitiva si può affermare che l’analisi fotointerpretativa effettuata è stata condotta avendo presente, tra gli altri, l’obiettivo di rendere i dati rilevati inseribili in un sistema informativo territoriale prefigurato tenendo conto anche della attuale disponibilità di informazione provenienti da altra fonte.
La metodologia adottata, pur tenendo conto delle esperienze analoghe eftet tuate altrove, le adatta alle specificità proprie dei centri antichi, e, ove neces sario, alle specificità proprie del particolare centro antico studiato. (12) G. Pavone - M. Guastella - S. Torrente - Introduzione ad una analisi funzionale del Centro antico di Palermo. Parte I: Gli abitanti, «I quaderni dell’Istituto di Urbanistica dell’Università di Palermo », n. 4/1977. | 38
| La gestione del sistema informativo non può che essere affidata alla amministrazoine comunale, tenendo presente tuttavia che il sistema infor mativo stesso deve essere un servizio per l’intera comunità cittadina. Ad esso affluiranno, almeno in via sperimentale e transitoria, informazioni di varia natura raccolte con diverse metodologie ‘da enti diversi; e ciascuna di tali informazioni va protetta da alterazioni indebite.
L’accesso alla utilizzazione delle informazioni deve essere, al contrario, garan tito a tutti i potenziali fruitori, ed in particolare ai progettisti ed agli otgani smi di base per il controllo democratico; e ciò fatte salve, naturalmente, le infor mazioni riservate, in particolare quelle relative a notizie individuali.
Il dibattito culturale in corso sul tema dei centri storici, e in particolare sul risanamento del Centro antico di Palermo, dibattito che, come è noto, non concerne soltanto le strutture edilizie ma anche le attività economiche, la qualità della vita, i rapporti di interdipendenza con le altre parti del sistema urbano di appartenenza, richiede la più ampia diftusione delle informazioni disponibili, al fine di consentire a tutti, amministrazione locale e università, operatori politici e operatori culturali, singoli ed associati, di intervenire con meditata efficacia nel dibattito stesso ed, eventualmente, nei concorsi di progettazione. » Le istituzione di un tale sistema informativo, e le modalità della sua gestione, cioè l’uso autoritario-clientelare oppure democratico di esso, dipende essenzialmen te dalla dinamica delle forze politiche; è da ritenere tuttavia che gli operatori culturali interessati, ciascuno secondo la propria competenza specifica e secondo la propria sensibilità culturale, un contributo possano e debbano darlo.
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