Geomatica e patrimonio digitale. Dai dati ai modelli: quale futuro?
Parole chiave:
Geomatica, Beni Culturali, Modelli, Digitalizzazione 3D, stampe 3DAbstract
Il rapido susseguirsi di innovazioni tecnologiche relative alla produzione di modelli 3D e la crescita negli ultimi anni dei rischi cui è
esposto il patrimonio monumentale postula una riflessione a tutto campo sulle prospettive di sviluppo e affinamento delle discipline
della Geomatica per una più congrua rispondenza delle linee di ricerca e di esercizio “professionale” specifiche del Settore al trend
della domanda odierna, vagliando le potenzialità del loro contributo alla tutela e alla “fruizione” del cultural heritage e dell’ambiente
antropico.
Un riesame dei passaggi più significativi dell’avvicinamento al “patrimonio digitale” consente di cogliere le modifiche del ruolo che
la geomatica è chiamata a svolgere in questo scenario. L’accento si sposta infatti dalla “produzione” di dati digitali, a quella di modelli
e con essa al loro “uso” e “riuso”.
Il campo dei beni digitali rappresenta uno dei settori dove non è possibile accentrare le conoscenze in una sola figura, postulando
invece un’interazione sinergica tra saperi diversi. Riferendoci al quadro nazionale anche la distinzione fra tutela e valorizzazione ci
coinvolge per entrambi gli aspetti, coniugando il più consolidato utilizzo del patrimonio digitale a fini conoscitivi e per la
predisposizione di progetti di restauro, con quello, emergente, della “comunicazione”.
Di qui l’interrogativo: quale futuro per la geomatica?
Secondo gli esperti di marketing siamo nella norma: stiamo per assistere ad una fuga senza precedenti dall’identità tradizionale del
SSD e dovranno venire ridefiniti, indirizzi, compiti e modi di partecipazione a quelle attività di digitalizzazione già in corso in tutto il
mondo.
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