Esperienze di fotogrammetria da UAV per il calcolo di volumi
Parole chiave:
UAV, fotogrammetria digitale, DSM, calcolo volume, software di fotogrammetria, Computer VisionAbstract
L’utilizzo di droni, anche noti con l’acronimo di UAV (Unmanned Aerial Vehicles), è sempre più frequente nei settori del monitoraggio ambientale e della protezione civile. Questi velivoli possono però trovare anche interessanti applicazioni nell’emergente ramo della geomatica forense, ad esempio per l’esecuzione di rilievi per il controllo dei volumi di cava, poichè permettono controlli speditivi e relativamente automatizzati del volume di inerti estratto (ghiaia, sabbia etc.). Essi possono quindi essere un valido aiuto nell’identificazione di fenomeni quali l’abusivismo o lo sfruttamento delle cave in modo non consono alle vigenti normative.
La grande varietà di tipologie di velivoli è accompagnata da un’altrettanta ampia offerta di programmi di produzione di ortofoto e DSM (Digital Surface Model) largamente automatizzati, in parte prodotti da ditte operanti da tempo in fotogrammetria, in parte da start-up universitarie di derivazione fotogrammetrica, o come accade ormai più spesso legate al mondo della Computer Vision (CV). Prendendo spunto dal confronto tra diverse procedure per il calcolo dei volumi di inerti a partire da immagini acquisite da drone, vengono presentati i risultati ottenuti da diversi pacchetti software. In particolare sono discussi i risultati ottenuti in alcune fasi intermedie dell’elaborazione dati, inclusa l’influenza di differenti configurazioni dei punti di appoggio, al fine di identificare le procedure più efficienti sia per tempo di realizzazione che per precisione raggiunta.
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